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Salvini in retromarcia sulla riforma: “Si farà entro cinque anni”

Meloni ha imposto il suo veto alla riforma dell’autonomia differenziata, proposta dal ministro per gli Affari regionali e le Autonomie e vero cavallo di battaglia della Lega da sempre. E così Matteo Salvini ne prende atto.

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Giorgia Meloni e Matteo Salvini

Dalla festa del partito nel Bergamasco, dichiara: “La riforma presidenziale non è alternativa all’autonomia differenziata. Se alla fine dei cinque anni avremo un’Italia presidenziale e federale avremo fatto il nostro lavoro”.

Cade, dunque, quella che sembrava una priorità del governo e dell’alleato più quotato di Fratelli d’Italia, al punto che Calderoli aveva bruciato le tappe pur di consegnare la sua proposta, volendo evitare che prevalessero “dinamiche conservative” dopo insediamenti e assegnazioni definitive di incarichi.

Roberto Calderoli

E invece è andata proprio così. Meloni ha frenato ogni fuga in avanti e l’ha reinserita nel quadro delle riforme istituzionali che dovranno seguire una precisa gerarchia, a partire dal presidenzialismo.

L’ago della bilancia sembra essere il ministro per la Coesione, il Sud e l’attuazione del Pnrr, Raffaele Fitto, in un curioso ribaltamento del peso istituzionale rispetto al rapporto tra lui e Calderoli nel governo Berlusconi edizione 2009.

Raffaele Fitto con Giorgia Meloni

Il concetto è garantire un livello accettabile di servizi di base anche al Mezzogiorno con i fondi europei. Nella più rosea delle aspettative.

Il risultato concreto, al momento, è che nessuno può fare ancora nulla.

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