Ahi, ahi, ahi, Matteo Salvini. Nuova grana giudiziaria. Stavolta non c’entrano niente i 49 milioni di euro, i sequestri di persona o le diffamazioni: stavolta c’è di mezzo l’utilizzo dei voli sugli aerei di Stato. Il leader della Lega, scrive oggi Il Fatto Quotidiano, è indagato per abuso di ufficio nell’inchiesta su alcuni voli di Stato utilizzati quando era ministro dell’Interno. La Procura di Roma, dopo aver ricevuto il fascicolo dalla Corte dei conti, ha iscritto Salvini nel registro degli indagati come atto dovuto e ha trasmesso le carte al Tribunale dei ministri, competente a indagare su eventuali reati commessi nell’esercizio delle funzioni ministeriali.
Vengono contestate alcune trasferte a bordo di velivoli di Polizia e Vigili del Fuoco. Nel maggio scorso fu Repubblica a ricostruire alcune trasferte del 2018-2019, spiegando che Salvini utilizzava l’escamotage di agganciare agli impegni istituzionali quelli di partito. La Corte dei conti apre un fascicolo, che si chiude con l’archiviazione: i magistrati contabili analizzano “20 voli con aereo P-180 (la “Ferrari dei cieli”) e 14 voli con elicotteri in dotazione al Dipartimento di pubblica sicurezza, nonché un volo con aereo P-180 in dotazione” ai vigili del fuoco, utilizzati a partire dal 1 giugno 2018 “per trasferimenti in ambito nazionale” di Salvini e “di altro personale al seguito”.
Un totale di 35 trasferte che la Corte ritiene fuorilegge, dicendo che è “ritenuta illegittima la scelta di consentire l’uso dei menzionati velivoli per la finalità di trasporto aereo del ministro e del personale al seguito”. La Corte archivia perché non ravvisa danno erariale: “I costi sostenuto – scrivono i magistrati – non appaiono essere palesemente superiori a quelli che l’amministrazione dell’Interno avrebbe sostenuto per il legittimo utilizzo di voli di linea”.
Ora la vicenda è però aperta sotto il profilo penale davanti al Tribunale dei ministri. La normativa vigente del 2011, poi, prevede che i voli di Stato debbano “essere limitati al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente della Corte costituzionale, salvo eccezioni che debbono essere specificamente autorizzate” e che “i velivoli suddetti sono stati acquistati per finalità prettamente operative e non per il trasporto di autorità, neanche per agevolare lo svolgimento della loro attività istituzionale”.
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