Dopo il Grande Fratello, potremmo fare il Grande Ministro. Sì, perché quello di Matteo Salvini ormai è un reality show permanente. Il problema è che ci ha trascinato dentro pure il Viminale (e quindi l’Italia). Siamo ora, infatti, a un nuovo step: Salvini come Chiara Ferragni. Sì, perché il ministro dell’Interno sembra essere un influencer: da qualche settimana, infatti, si è messo a citare sui social network prodotti conosciuti, etichette, marchi. Non gli basta più informare in diretta i suoi follower che si trova in ufficio e sta per mangiare una pizza: adesso fa la foto alla bottiglia della Heineken, così che non ci siano dubbi su quale birra il ministro stia bevendo con la pizza (16 dicembre).
Quando si appresta a pranzare con un piatto di pasta (4 dicembre), mica si accontenta della foto: no, sente l’insopprimibile bisogno di specificare che trattasi di “due etti di bucatini Barilla, un po’ di ragù Stare un bicchiere di Barolo di Gianni Gagliardo”. La decenza istituzionale visto il ruolo che ricopre? Macché, quella con la maggioranza gialloverde ce la siamo già scordata da un pezzo.
Primo dicembre scorso: “Ma a chi non piace una crepe con la Nutella?”, scrive, fotografandosi con la crepe in mano. Sempre il primo dicembre: “Alla vostra salute amici…”, e tiene un boccale di birra col marchio Moretti bene in vista. Tredici novembre: “Si stappa una bottiglia di Nebbiolo (Gianni Gagliardo, La Morra, Cuneo) e la serata assume un sapore diverso”. Gagliardo, viticoltore del cuneese, evidentemente a lui caro… Sei novembre: “Dopo una lunga giornata di lavoro fra Africa ed Italia, casa, doccia calda, ravioli al burro, un bicchiere di rosso…”, con immagine della bottiglia Teroldego Rotaliano Riserva del 2012.
Ventidue ottobre: “Yogurt al miele e melissa per Renzi, Boschi e tutti gli amici del Pd, per digerire meglio le storiche sconfitte di Trento e Bolzano”, scrive, mostrando l’etichetta del vasetto della Sterzing Vipiteno. Diciannove settembre: “Adesso pausa pranzo al volo e il dubbio è: mi faccio un piatto di spaghetti in bianco, al pomodoro o al ragù?”. E, nell’attesa che il dubbio si sciolga, ecco il primo piano di una bottiglia del birrificio tedesco Franziskaner.
Repubblica ha contattato tre aziende di marchi rilanciati dal ministro Barilla, Ferrero e Heineken e tutti e tre smentiscono qualsiasi tipo di accordo o strategia concordata di marketing. Negano che dietro questa inaspettata esposizione ci siano promesse di finanziamenti al partito della Lega. Anche il vicepremier leghista passa dalle birre bavaresi ai Ringo e alle Melinda: “È la mia vita quotidiana” perché, a giudicare dalle critiche che tali post hanno sollevato in Rete, non sarebbe una gran mossa commerciale.
Può essere un modo per “situare” ancora più precisamente la scelta, come se il cibo diventasse testimonial di Salvini, e non il contrario. Ai suoi follower il ministro sta dicendo: “Mangio questo e sono esattamente come te”. Tenta di aumentare il consenso popolare associandosi a brand famosi, provocando però l’effetto Truman Show.
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