Salvini ha deciso di passare il segno, distribuendo insulti di una gravità inaudita, soprattutto perché a dire certe cose non è un cittadino qualunque ma il ministro dell’interno. Sul caso di suo figlio sulla moto d’acqua della polizia, a Milano Marittima, proprio non vuole rispondere. E così, in conferenza stampa dal ristorante del Papeet beach, invece di dare spiegazioni o scusarsi, ha iniziato a insultare pesantemente il giornalista Valerio Lo Muzio, che ha ripreso le immagini pubblicate in esclusiva sul sito di Repubblica.
Il vicepremier ha interrotto più volte il videomaker che provava a fare domande: “Lei che è specializzato – ha detto – vada a riprendere i bambini, visto che le piace tanto”. Una pesante allusione alla pedofilia cui il giornalista ha replicato: “Mi sta dando del pedofilo?”.
“I figli devono essere tenuti fuori dalla polemica politica, attaccate me, lasciate stare mio figlio”, ha detto ancora Salvini. E poi con voce alterata: “Mi vergogno a nome di chi coinvolge i bambini nella polemica politica. Non parlo di figli e di bambini. Non ho altro da aggiungere”. E il giornalista: “Sto facendo una domanda al ministro dell’Interno, voglio sapere chi mi ha fermato e minacciato. Non ritiene che vada chiarito?”, ha detto Lo Muzio parlando degli uomini della sicurezza che l’hanno allontanato due giorni fa mentre riprendeva con la telecamera.
Ma Salvini ha continuato a non rispondere limitandosi a dire: “Sta disturbando i colleghi”. E ha concluso: “Andiamo insieme in pedalò, visto che sei maggiorenne ti posso invitare”. La questura di Ravenna ha avviato accertamenti sugli agenti coinvolti.
Due gli aspetti da valutare: la legittimità della “passeggiata” di Salvini junior a bordo della moto d’acqua della polizia e il comportamento degli agenti nei confronti del giornalista: “O l’abbassi o te la levamo”, le parole rivolte al videomaker a proposito della telecamera. “Adesso sappiamo dove abiti”, un’altra frase detta dagli uomini della sicurezza a Lo Muzio due giorni fa.
Subito dopo ha attaccato il giornale: “Repubblica è un giornale che mi diverte un sacco. Se voglio ridere leggo il vostro giornale”. In serata è arrivato il commento del direttore di Repubblica, Carlo Verdelli.
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