Matteo Salvini si sente un po’ Donald Trump. No, niente manie di grandezza. Il leader della Lega è consapevole di essere finito colpevolmente all’opposizione, in una posizione ben diversa da quella dell’inquilino della Casa Bianca. Ad accomunarli però, nella lettura del leader della Lega, sono i guai con una giustizia che tenta di combatterne l’azione politica nelle aule di tribunale. Il riferimento è ovviamente all’impeachment contro il presidente Usa appena approvato dalla Camera dei Rappresentanti statunitense.
La Giunta per le Immunità non sembra stavolta avere in serbo notizie positive per il leader leghista, che in passato era stato invece salvato di fronte alle accuse per il caso Diciotti. Salvini rischia di non trovare abbastanza voti per far scattare l’immunità rispetto alla richiesta di autorizzazione a procedere per le vicende della nave Gregoretti, con l’accusa di sequestro di persona mossa nei suoi confronti. I tempi in cui i Cinque Stelle erano alleati pronti a tendergli la mano sono ormai lontani, lontanissimi.Lo spettro di una scossa giudiziaria aleggia in casa leghista da alcuni giorni. Alla Camera, Salvini parla di “reazione del sistema politico, mediatico e giudiziario, non solo in Italia. Pensiamo agli Usa: con i risultati economici che la presidenza Trump sta ottenendo dati alla mano, c’è un presidente che deve passare le sue giornate preoccupandosi di difendersi da un impeachment che lo vedrebbe come traditore del popolo. E poi c’è il premier israeliano Netanyahu che non sta trascorrendo momenti molto diversi. Evidentemente in giro per il mondo, c’è qualcuno che a sinistra usa qualsiasi arma a disposizione per sovvertire la volontà popolare”.
per Salvini i leader di tutto il mondo sono in pericolo a causa di una giustizia troppo spesso amica delle sinistre. Parole, le sue, non troppo lontane da quelle pronunciate da Donald Trump nel corso di un comizio in Michigan, subito dopo il voto della Camera. “La Camera sta cercando di annullare il voto di milioni di americani e il risultato elettorale con l’impeachment” aveva detto il presidente. Con il presidente Usa si è schierato anche Vladimir Putin, che ha parlato di “accuse inventate”.
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