Aveva chiesto la collaborazione, invocando un governo d’emergenza composto da tutte le principali forze politiche italiane unite per fronteggiare un momento delicato. Ma la recita è durata a quanto pare poco: Matteo Salvini è infatti subito tornato all’attacco dell’esecutivo Conte sostenendo che i primi passi mossi per affrontare l’emergenza coronavirus non servirebbero a niente. “La zona rossa è tutta Italia. Le misure devono riguardare tutta l’Italia” ha detto il leader del Carroccio.
“Se il decreto arriva così in Aula, frammentario e insufficiente, non lo votiamo” ha poi tuonato Salvini, senza mezzi termini. Sarebbe “un decreto che non serve al Paese. Noi siamo disponibili a lavorare giorno e notte per migliorarlo. Se le nostre proposte rimarranno lettera morta allora noi non lo voteremo. Servono più soldi. Come Lega è nostro dovere ascoltare e fare proposte, non perché si pensi a governissimi e alleanze strane con Pd e M5s ma perché in un momento di difficoltà per il governo e per il Paese ci sembra giusto aiutare e suggerire”.
“La Corea stanzia 25 miliardi, noi 3. Così non salviamo neanche un decimo dell’economia a rischio. Sono misure insufficienti”. Salvini è pi andato anche all’attacco del capo della polizia Franco Gabrielli, con il quale già in passato aveva avuto rapporti burrascosi: “Credo che il massimo dirigente di pubblica sicurezza debba parlare in modo diverso. Mi dispiace, a nome dei 90 mila poliziotti, che meritano una guida adeguata”.
Non sono mancate le polemiche, ferocissime, dopo l’intervento di Salvini. In molti lo hanno infatti accusato di fare “sciacallaggio” in un momento così complicato per il Paese con il solo fine di racimolare qualche altro voto approfittando delle difficoltà di un governo alle prese con una crisi di portata mondiale.
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