Matteo Salvini ha deciso: si va avanti incuranti dei sondaggi, che pure sembrano punire la Lega per la sua linea di attacchi perenni al premier Conte. Al Capitano i numeri, in questo momento, non importano. Convinto che al momento del voto gli umori dei cittadini cambieranno. O, semplicemente, talmente accecato dalla voglia di rivalsa su quel premier che osò dileggiarlo sotto gli occhi del mondo da non voler dar retta a chi gli raccomanda prudenza. Ecco, allora, che sui migranti è andato in scena l’ennesimo assalto frontale a Palazzo Chigi.
“Già è un anno difficile di suo – ha aggiunto Salvini – Se poi li fai sbarcare e poi li spargi in giro per l’Italia… Temo che non sia incapacità, temo sia complicità. Questo governo nato perché l’Italia tornasse a essere il campo profughi d’Europa: complice dei criminali, questo il giudizio politico. Con quelli di stanotte siamo a 1.400 arrivi in 48 ore. Ma dove siamo? E spargono gli infetti! E poi alcuni giornalisti scrivono: allarme, focolai, stato di emergenza. Ci credo, se importi non lavoratori ma infetti Magari una strategia per tenerci sotto lo stato di emergenza fino al 31 ottobre”.
La nuova battaglia della Lega contro la legge che combatte l’omofobia