Matteo Salvini tenta di ricucire lo strappo, mostrandosi disponibile di fronte al presidente Sergio Mattarella a un secondo tentativo a braccetto con i Cinque Stelle, in barba allo strappo voluto a tutti i costi e mal digerito dai suoi stessi lettori. Ridiscutere il contratto di governo, con una maggiore disponibilità (questo il sogno del leghista) da parte dei grillini al dialogo, più “sì” e meno “no”.
L’ennesima giravolta di un Capitano che intende fermare il flirt tra il Pd e gli stellati. Perché, nella sua dialettica pubblica, farebbero perdere solo tempo all’Italia. Ma anche per non rischiare, anche se nessuno lo dice in orbita Carroccio, di trovarsi per anni all’opposizione. Salvini sa che dentro le fila del Movimento c’è un’anima insofferente, che non vuole avvicinarsi al mondo di Zingeretti. Il “partito di Bibbiano”, come lo chiamano ancora gli oppositori.
Con Di Maio, però, i contatti sono ormai freddissimi. E allora Salvini studia la contromossa. E per recuperare il rapporto sarebbe tentato di tirar fuori dal cilindro una carta tenuta nascosta fin qui, ovvero offrire al ministro di Pomigliano D’Arco la premiership. Un concetto anticipato già nei colloqui al Colle, quando il Capitano si è mostrato ben disposto nei confronti del leader Cinque Stelle.
Dalle parti leghiste, la via maestra non può non essere il giudizio degli italiani, ovvero il ritorno al voto. “È la nostra opzione numero uno”. Ma nell’entourage di Salvini la preoccupazione è che Di Maio e i Cinque Stelle facciano l’accordo. “Faremo di tutto pur di evitare Pd e Leu al governo”. E così i fedelissimi del Capitano hanno tentato di ricucire col vecchi alleato. Il tempo però scorre inesorabile, la scadenza è fissata per il prossimo martedì.
Un amore ritrovato: Di Battista giura fedeltà alla linea Di Maio