Che dietro ci sia un probabile “do ut des” è un classico della politica, ma ora Matteo Salvini tende una mano a Enrico Letta e si dichiara disponibile a cercare una soluzione per il blocco dei licenziamenti. Dal canto suo il segretario del Pd accoglie con grande cautela l’ennesima giravolta del leader della Lega, ma non chiude la porta davanti alla richiesta di confrontarsi sul tema. Un tema spinoso e importante, perché il nodo riguarda la scadenza del blocco, attualmente fissata al 30 giugno. I dem, con il ministro del Lavoro Andrea Orlando, avevano proposto una proroga al 28 agosto. Proposta bocciata in Consiglio dei ministri, anche dai leghisti. (Continua a leggere dopo la foto)
“Da parte nostra – spiegano all’Agi dal partito di via Bellerio – non c’è alcuna contrarietà alla proroga del blocco in assoluto, ma riteniamo che questa vada accompagnata da misure di sostegno alle imprese come la cassa integrazione Covid”. Un modo, insomma, per avvicinarsi alle posizioni del Pd. Letta e Salvini, quindi, ognuno a modo suo andranno ora insieme in pressing sul premier Draghi per risolvere il problema e mandare un segnale ai cittadini. Potrebbe essere davvero la sola cosa in cui Pd e Lega troverebbero un fronte comune. (Continua a leggere dopo la foto)
Era stato lo stesso Salvini ad annunciare nelle scorse ore che avrebbe chiesto una “tregua sui licenziamenti” al presidente del Confindustria Carlo Bonomi, che il leader della Lega incontrerà domani. Dal canto suo, il numero uno di Viale dell’Astronomia ha confermato la netta contrarietà degli industriali. “Sulla possibilità di prorogare il blocco dei licenziamenti noi siamo convinti che si possa fare”, ha affermato Salvini. “Se lo Stato aiuta i lavoratori prolungando le casse integrazione e mette finalmente regole al commercio online e fa pagare le tasse ad Amazon, Google, e a tutte le altre multinazionali, credo che la possibilità di evitare i licenziamenti ci sia”. (Continua a leggere dopo la foto)
Ai dem , però, quella di Salvini suona come una nuova inversione a ‘U’ che poggia su almeno due elementi: il fatto che Salvini abbia già dato dimostrazione di essere un campione di giravolte, dal suo inedito europeismo alla nuova linea garantista inaugurata dalla Lega dopo il cappio sventolato in Aula; il secondo elemento sta nel fatto che, proprio mentre il Partito Democratico – con il ministro del Lavoro, Andrea Orlando – si batteva i Consiglio dei Ministri per prorogare il blocco dei licenziamenti, la Lega si sfilava “lasciando da solo il Partito Democratico”. Adesso, un nuovo capitolo. Forse.
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