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Salvini e Meloni, addio sovranismo: consegnano l’Italia a Bannon

Sovranisti di tutto il mondo, unitevi! Steve Bannon lancia l’invito e Giorgia Meloni e Matteo Salvini rispondono subito presente. “L’Italia ora è il centro dell’universo della politica. Giorgia Meloni e Matteo Salvini sono dei sovvertitori. Sono venuto qui per dirvi che non siete soli. Il vostro è l’esperimento più importante. Da qui può partire la rivoluzione”. Steve Bannon si presenta così sul palco della Festa di Atreju e riempie di carezze e apprezzamenti quelli che ritiene i suoi seguaci italiani. “Non sono qui per dire agli italiani cosa devono fare. Voi lo sapete bene – dice l’uomo che fu il protagonista della campagna per l’elezione di Donald Trump – . Per questo a Bruxelles vi temono”.

Parla rivolgendosi a Salvini e Meloni, ai due leader che paragona a Donald Trump. Miele per le orecchie della leader di Fratelli d’Italia (e gelo e terrore per gli osservatori italiani) che rompe gli indugi e annuncia che chiederà al suo partito di aderire all’organizzazione che l’ex stratega di Trump sta costruendo in vista delle elezioni Europee del 2019. “The Movement di Bannon non è un partito, ma una rete, un’associazione e noi che apparteniamo al campo dei sovranisti e degli identitari è giusto che facciamo parte di questa rete”, dice Giorigia Meloni.

Parole dette a voce alta, pur sapendo di creare irritazione e sconcerto fra gli ‘alleati’ di Forza Italia che più o meno nelle stesse ore, riuniti a Fiuggi, guardavano da tutt’altra parte: “Gira per l’Italia Bannon, principe dei sovranisti – diceva Antonio Tajani – . Mi domando: come si fa a essere sovranisti italiani se poi arriva un americano a dirci che dobbiamo essere sovranisti americani? Bannon può stare tranquillamente a casa sua, non abbiamo bisogno di interferenze americane”.

Meloni però nega le interferenze. E rilancia la polemica: “Io voglio dire a Tajani che Bannon lo abbiamo invitato noi di Fdi che siamo patrioti; figuriamoci se accettiamo ingerenze straniere. Caso mai noi vogliamo costruire delle alleanze”. Alleanze con personaggi come Trump in America, o Farage in Gran Bretagna, i Le Pen in Francia, i sovranisti che operano in Brasile o in Colombia. C’è da avere paura, insomma, altroché!

Bannon ha poi messo in guardia sulla pericolosità della Cina. Strizza l’occhio alla Russia, e definisce i democratici americani dei “pericolosi marxisti”. Tornerà in Europa per aiutare i suoi amici sovranisti a portare a termine la loro rivoluzione. Quella che qualche tempo fa aveva confidato al regista Michael Moore: “Restaurare il fascismo in Europa“. In Italia, poi, ricordiamo chi c’è dietro il sovranismo della Lega, il prete-guru del ministro Fontana che dice che gli omosessuali sono frutto del diavolo e che si dovrà impedire alle donne di abortire.

Oltre a questi “valori” del neo movimento di Bannon (sposati dal leader della Lega e da quella di Fratelli d’Italia), c’è da considerare che la Meloni sta rincorrendo Salvini (“Così potremo liberare Salvini dall’abbraccio del M5S”), il quale rincorre Bannon. E l’Italia? E la retorica patriottica? Ah, roba di secondo grado rispetto al piegare il capo a Bannon: Salvini (e quindi anche Giorgia Meloni) sono anti-italiani, questa strategia lo conferma.

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