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Salvini minaccia l’Aventino: i ministri della Lega pronti a ribellarsi a Draghi

“L’economia non ripartirà se apriamo bar e ristoranti ma nel frattempo andiamo incontro alla terza ondata. Ripartirà soltanto con i vaccini”. Con queste parole, al termine di una lunga e tesa serie di confronti, Mario Draghi ha messo l’ultima parola, indicando in maniera netta la strategia da adottare per le settimane a venire. Sposando, quindi, la linea già espressa dai vari Speranza e Franceschini, che preoccupati da nuove impennate nella curva dei contagi avevano prontamente invocato un rafforzamento delle misure restrittive. E aprendo lo scontro con la Lega di Salvini, che si era invece speso per garantire delle riaperture.

Salvini minaccia l'Aventino: i ministri della Lega pronti a ribellarsi a Draghi

Draghi ha più volte ribadito ai suoi ministri, nelle scorse ore, di non essere affatto un sostenitore delle restrizioni sempre e comunque. Ma i dati consigliano prudenza, e parecchia. L’unico margine di manovra è stato concesso sul fronte scuola, con i ragazzi fino alla prima media che torneranno sui banchi anche in zona rossa, per andare incontro anche alle richieste delle famiglie. Promettendo che, comunque, “seguiremo i numeri nel corso di aprile e, se miglioreranno, valuteremo un allentamento della stretta”. I rapporti con la Lega, però, si sono fatti via via sempre più agitati.

Salvini minaccia l'Aventino: i ministri della Lega pronti a ribellarsi a Draghi

Al momento di presentarsi davanti agli italiani per annunciare le misure, Draghi si è scontrato frontalmente con Salvini. “Impensabile chiudere l’Italia per tutto aprile” ha detto il leghista, “le chiusure sono pensabili o impensabili solo in base ai dati dei contagi” è stata la replica del premier. Dura, netta. Con il numero uno del Carroccio che nelle ore successive ha iniziato a scalpitare, paventando anche scenari di aperta rottura con il resto dell’esecutivo: tra questi, l’ipotesi di un clamoroso “no” degli esponenti della Lega chiamati a votare il testo sulla nuova stretta.

Salvini sa, però, di non poter andare fino in fondo. Ha scelto di entrare a far parte del governo Draghi, aprire una crisi dopo soli pochi mesi sarebbe scelta talmente irresponsabile da non piacere nemmeno ai suoi elettori. E considerando i sondaggi, molto meno benevoli di un tempo, è bene non correre rischi. Alla fine, tra il Capitano e Draghi è arrivata una tregua: “Vedremo i dati delle prime settimane di aprile, se saranno buoni dal 18 potremmo rivedere alcune limitazioni”. Più di questo, il segretario del Carroccio non è riuscito proprio a strappare, nonostante le minacce di un vero e proprio Aventino.

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