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Di Maio contro Salvini: “Quello che dice non conta nulla. La sua è mossa della disperazione”

Dopo la rottura del rapporto di governo, tra Di Maio e Salvini tornano gli insulti e gli attacchi di un tempo. Da amici si è tornati nemici. Nonostante Salvini nel suo discorso al senato ci abbia tenuto a sottolineare, anche con una punta di quel sarcasmo che lo caratterizza, che “l’amico Luigi Di Maio…”. E allora siamo di nuovo al botta e risposta tra i due ex amici e colleghi. Oggi il capo politico del M5S attacca duramente il ministro dell’Interno in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano. “Dopo quanto successo l’8 agosto, chi può dare ancora credito alla sua parola? Quello che dice non conta più nulla”, parole durissime.

Di Maio accusa Salvini di tatticismo: “Quella del capo della Lega sul taglio dei parlamentari è una mossa della disperazione. E comunque quando si va al voto lo decide il presidente della Repubblica, non certo lui”. Per il vicepremier pentastellato l’offerta di politica di Salvini, che si è detto favorevole al taglio dei 345 parlamentari per andare poi subito al voto, non spiazza il Movimento 5 Stelle.

“Con questa proposta – dice Di Maio – si è infilato in un cul de sac. In base ai regolamentari parlamentari, se vuole votare il taglio degli eletti dovrà prima ritirare la mozione di sfiducia a Conte. Altrimenti la votazione sul taglio slitterà a dopo quella sul premier. Ma è chiaro che, se dovesse ritirare la richiesta di sfiducia per il presidente del Consiglio, dovrebbe smentire la sua linea. Si è messo da solo in un labirinto. Non so chi lo stia consigliando, ma sta dimostrando che i suoi conti sull’andare al voto anticipato non reggono proprio”.

E ancora: “La data del voto la decide il presidente della Repubblica, nessuno si deve permettere di farlo al posto suo. Dopodiché io voglio tagliare i parlamentari per davvero. Salvini invece quei 345 eletti li vuole tenere anche nella prossima legislatura”.

Nell’intervista Di Maio ha commentato anche la proposta dell’esponente Pd Goffredo Bettini di costruire i presupposti per un governo di legislatura con i pentastellati. “Questo è un dibattito interno al Pd. Oggi Bettini apre, invece Andrea Orlando mi insulta. Ma i conti poi si fanno al Quirinale. Va rispettato il ruolo di Mattarella, non si decide nelle segrete stanze. Noi siamo ancora al passaggio numero uno, il taglio dei parlamentari. Poi ci sarà il secondo passaggio, quello sulla sfiducia a Conte”.

Ieri, martedì 13 agosto, il Senato ha indicato martedì 20 agosto come data per le comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte in Aula. Sono state bocciate le mozioni del centrodestra che volevano votare la fiducia al premier, presentata dalla Lega, entro oggi, 14 agosto. Si è formata quindi una nuova maggioranza, formata da M5S, Partito democratico e Leu, che hanno votato insieme.

 

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