Il viaggio di Matteo Salvini in Russia è sospeso. Nelle scorse ore il leader della Lega aveva fatto trapelare la notizia di essere pronto a partire per Mosca allo scopo di intavolare dei colloqui di pace direttamente con il presidente russo Vladimir Putin. Ma, come spiega a Repubblica il consulente di Salvini, l’avvocato Antonio Capuano, ex parlamentare di Forza Italia, per il momento la missione salviniana resta congelata.
“Avremmo dovuto presentare un piano di pace in quattro punti. – spiega a Repubblica Capuano – Primo punto: individuare una sede neutrale in cui aprire i negoziati. Abbiamo due ipotesi, entrambe sondate che dovrebbero essere la Città del Vaticano o la Turchia. Secondo punto: la nomina di tre garanti, i vertici istituzionali di Italia, Francia e Germania, più un garante morale. Terzo punto: le parti devono sedersi al tavolo solo dopo il cessate il fuoco. E in cima dell’ordine del giorno del negoziato prevediamo lo sblocco delle navi che portano il grano e gli aiuti umanitari. Quarto punto: la visita di una grande personalità internazionale a Mosca e Kiev. Lei mi chiederà di nuovo se parlo del Papa ma io non glielo posso confermare”, chiosa rivolto al giornalista.
“Il senatore Salvini si è mosso con canali diplomatici ufficiali. Russi, soprattutto. – prosegue Capuano – Mi sembra chiaro che Putin fosse informato di questa trattativa. E alcuni segnali da Mosca sono pure arrivati. Ricorda che il 19 maggio, in Senato, Salvini chiese a Draghi di battersi per far ritirare la candidatura di Mosca per l’Expo? Bene, mi sembra che il 23 Mosca l’abbia effettivamente fatto. E nei giorni successivi è arrivata la disponibilità dei russi, pur non priva di condizioni, a far partire le navi con i carichi di grano. Un altro segnale di apertura, diciamo non casuale: io e Matteo ne avevano parlato in ambasciata. Anzi i russi ci avevano detto che su questo punto potevamo spingere”.
“Salvini ha svolto questa attività solo in nome della fine di un conflitto che dovrebbe interessare tutti. – precisa ancora l’avvocato – L’idea era quella di avvertire il governo qualche ora prima di partire, per far sì che non si bruciasse la trattativa. Ma se Draghi avesse opposto il suo niet, state certi che non saremmo partiti. In ogni caso, con il parere positivo di Mosca sul piano, Salvini sarebbe tornato dai vertici istituzionali del Paese per riferire. Nessuna iniziativa autonoma. Sarebbe stato Palazzo Chigi a decidere se e come parlarne ad altri leader europei. Il senatore Salvini avverte la responsabilità di non esporre il governo e il suo partito a divisioni e polemiche. Per ora (il viaggio è sospeso), nelle prossime ore vedremo. Il senatore non intende fermarsi”, conclude.
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