Matteo Salvini non si pente della citofonata di Bologna. Il leader della Lega, nella giornata di martedì 28 settembre, visita all’ex Macello di Milano durante il suo tour elettorale in vista delle Amministrative di domenica prossima. Assediato da un nugolo di giornalisti e telecamere, Salvini risponde a diverse domande. Quasi tutte hanno per argomento il caso Morisi. Il suo ormai ex guru social è finito infatti invischiato in una torbida vicenda di droga. Qualcuno chiede all’ex ministro se si sia pentito di aver fatto la ormai famigerata citofonata all’allora presunto spacciatore, ma lui replica deciso.
“È pentito della citofonata fatta al Pilastro di Bologna?”, domanda un giornalista a Salvini. Il riferimento è alla citofonata al presunto spacciatore fatta durante la campagna elettorale per le Regionali in Emilia-Romagna del gennaio 2020. “No, perché hanno arrestato degli spacciatori. Perché lì c’erano degli spacciatori che sono stati arrestati. Non andiamo a caso. Diciamo che ho fatto il ministro dell’Interno. Qualche contatto con le forze dell’ordine ce l’ho”. Questa la risposta secca del segretario del Carroccio
“Per me è impegnativo, ho le spalle larghe. – prosegue poi Salvini restando sempre sul caso Morisi – Però il fatto che, non sono un complottista, a reti unificate, e a partiti unificati, l’unico avversario sia Salvini e la Lega, mi dice che siamo sulla strada giusta. E quindi non solo non mi danno paura (sic!), ma mi danno una forza, un’energia e una carica per cui li ringrazio”.
“Mi spiace non per me. Su di me possono dire tanto, fare tanto e inventarsi tanto. – continua nel suo sfogo difendendo l’amico Morisi – Quando prendono come capri espiatori e come vittime sacrificali altri, mi spiace per queste persone. Io non faccio battaglia politica così. Spero che il figlio di Beppe Grillo venga assolto dall’accusa di stupro. Spero che non ci siano problemi economici a casa Conte, perché non godo dei problemi degli avversari. Li voglio sconfiggere lealmente”, conclude.
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