“Il centrodestra? Una categoria politica morta, come il centrosinistra”. Glissa così Matteo Salvini di fronte alle domande dei giornalisti che, visti i risultati elettorali delle regionali in Basilicata, gli chiedono numi su un possibile ritorno di fiamma con i vecchi alleati. E d’altronde le campane continuano a suonare: Giorgia Meloni invoca un summit “con urgenza”, Berlusconi continua a corteggiare il leader del Carroccio a ogni occasione buona. Il diretto interessato, però, continua a prendere tempo.
I risultati, d’altronde, gli danno ragione. Ogni volta che i cittadini vengono chiamati alle urne, a qualsiasi latitudine dello Stivale, Salvini passa puntualissimo all’incasso. Lo fa a braccetto con Forza Italia e Fratelli d’Italia. Ma a livello nazionale, l’avventura a fianco dei Cinque Stelle continua e deve continuare. Non è un caso che il leader della Lega abbia tirato un bel sospiro di sollievo dopo aver visto che, numeri alla mano, in Basilicata il Movimento aveva tutto sommato tenuto botta, pur nella sconfitta.
Salvini continua a ribadire ai suoi come il ruolo di centralità della Lega, anche sul piano internazionale, sia dovuto proprio alla particolare natura del governo gialloverde. Cambiando gli addendi, cambierebbe il risultato. Linea che nel Carroccio non tutti condividono ma al momento nessuno si sente di discutere. Con Berlusconi e la Meloni, piuttosto, la partita aperta è quella del Piemonte, dove forte dei risultati ottenuti nel resto d’Italia ora è proprio il Capitano a voler imporre il candidato per le prossime regionali.
Forza Italia spinge compatta su Alberto Cirio, la Lega sta valutando il nome dell’imprenditore delle acque minerali Paolo Damilano. I rapporti hanno iniziato da tempo a logorarsi, con Fratelli d’Italia a sua volta al centro di fitte trame. Uno scenario che sta irritando non poco un Salvini sempre più lontano, almeno per ora, dall’idea di un ritorno al passato.
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