Un Salvini dalle due facce, un Giano bifronte che mostra in pubblico sempre e solo il suo volto deciso, quello di chi è convinto di aver imboccato il sentiero giusto ed è pronto ad andare fino in fondo. Lontano dalle telecamere e dalle penne dei cronisti, però, il vicepremier è vittima di paure e ansie, quelle che lo spingono a credere di aver combinato un clamoroso pasticcio aprendo una crisi di governo che l’elettorato sembra non aver capito. E del quale lo ritiene unico responsabile.
Dopo mesi e mesi di sondaggi talmente belli da non sembrare veri, il Capitano si trova di colpo a fare i conti con un inatteso calo di popolarità, eventualità impensabile fino a poche settimane fa. Eppure tremendamente vera. In occasione della commemorazione della tragedia del ponte Morandi, Il Giornale scrive di un vicepremier corrucciato che si sarebbe sfogato in privato: “Se questo governo parte, è altamente probabile che duri a lungo. E per noi è un problema, perché rischiamo di finire all’opposizione per anni”.
“Sto dormendo poco e male – ha confidato appena uscito dal Senato nel giorno in cui si votava la calendarizzazione della mozione di sfiducia a Giuseppe Conte – Finché c’è Renzi che fa così è difficile che partano con un altro governo. Ma se la partita passa ad altri, allora il rischio è alto”. E d’altronde anche tra gli stessi leghisti i malumori iniziano a serpeggiare.
Giancarlo Giorgetti lo aveva preannunciato: “Un capo decide da solo e alla fine sono responsabilità personali”. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio non nasconde che “sarebbe stato più facile andare a votare se la crisi fosse stata aperta prima”. Motivo, questo, per il quale il braccio destro del ministro dell’Interno è oggi contrariato. “Nessuno sapeva dell’intenzione di Salvini”. Un uomo solo al comando, tormentato dall’idea di essersi rovinato con le sue stesse mani.
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