Salvini cerca nuovi alleati al di là dei confini, in quella stampa estera che tante in volte in passato ne aveva sottolineato i modi arroganti e la spregiudicatezza politica e alla quale ora ha presentato, invece, il suo programma, quello di un partito alla ricerca di “gente nuova, fresca, efficiente”. Un modo, tra le righe, per mandare un messaggio preciso a Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni: ridiscutiamo le candidature alle prossime Regionali, quelle di Toscana, Puglia, Marche e Campania, dando più spazio a nomi del Carroccio. Ma soprattutto lanciando una sfida agli amici-nemici di centrodestra.
Sì perché Matteo Salvini ha messo nel mirino un politico in particolare, Giorgia Meloni. Sostenendo, di fronte ai giornalisti stranieri, di non aver con lei “alcuna competizione: io non ambisco a rappresentare la destra radicale. Chi ha il 31% deve parlare a tutti, non alla destra radicale”. Parole che hanno scatenato la rabbia di Fratelli d’Italia, con il partito pronto a sottolineare il proprio legame con realtà come i conservatori americani, “ben diversi da quell’estrema destra che per molti è invece rappresentata dal partito della Le Pen da Afd in Germania, entrambi nello stesso eurogruppo leghista”.
Salvini, però, è andato avanti per la sua strada. Indossando le vesti del moderato, parlando di un’Europa in cui vede “un grande gruppo di 140-150 parlamentari con una visione moderna e più aggiornata”. Insomma, una svolta vera e propria, nelle parole. Un passo indietro enorme, rispetto alla figura di quel leader che soltanto un’estate fa chiedeva al popolo il conferimento dei pieni poteri e, schiumante rabbia, una volta passato dal governo all’opposizione non risparmiava attacchi feroci ai rivali politici di turno. Tutto lontano, tutto ormai dimenticato.
Il Capitano ha capito che Giorgia Meloni si sta trasformando giorno dopo giorno in un avversario pericolosissimo. Che continua a rosicchiare voti preziosi e che ambisce a scavalcarlo nelle gerarchie del centrodestra in un futuro non troppo remoto. Non resta, allora, che prendere le distanze. A costo di rinnegare il proprio passato, quello che lo vedeva paragonare Laura Boldrini a una bambola gonfiabile, cantare cori contro i “napoletani colerosi” e via dicendo. Acqua passato, ora è il momento di un Salvini europeista, moderato, responsabile. Almeno finché farà comodo.
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