Un’imboscata bella e buona. Così Matteo Salvini ha vissuto l’ultimo attacco arrivato dal Movimento Cinque Stelle sul caso Siri, quello definitivo. Il premier Conte ha infatti annunciato, dopo aver fatto le sue valutazioni, di voler chiedere le dimissioni del sottosegretario leghista, una notizia che ha spiazzato il numero uno della Lega impegnato nel frattempo in una visita a Budapest, ospite di Orban. Nessuno lo aveva informato, nessuno gli aveva anticipato una presa di posizione così dura.
Spiazzato, Salvini si è lasciato andare a un duro sfogo riportato da Repubblica: “Vorrei sapere cosa gli sta saltando in mente. Hanno deciso di aprire una crisi in piena campagna elettorale? Una follia, ci stanno provando in tutti i modi. Perché questa fretta? Non vogliono aspettare nemmeno che Siri spieghi ai giudici come stanno le cose?”. Parole dure, che hanno messo in agitazione tutto il governo.
Ferito, il leader della Lega ha subito lanciato la controffensiva contro gli amici-nemici grillini: “Vorrei che la stessa fretta mostrata dal premier e dai 5 stelle sul caso Siri fosse impiegata anche per l’introduzione della flat tax. Qui in Ungheria la tassazione con aliquota unica al 9 per cento per le società e al 15 per le persone fisiche ha portato in pochi anni la crescita al 5 per cento. Ho visto dalla terrazza del palazzo presidenziale una distesa di gru sulla capitale”.
Cosa succederà ora? Difficile dirlo, ma la tensione è alle stelle. Possibile che la Lega decida, come paventato da diverse testate in questi giorni, di abbandonare il Consiglio dei ministri durante il voto per le dimissioni di Siri. In questo modo, i verdi lascerebbero ai grillini la decisione definitiva. Un modo per dire platealmente: “Fate voi, ma preparatevi poi alle conseguenze”. La tenuta dell’esecutivo, di sicuro, non sembra più così solida.
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