Matteo Salvini messo nell’angolo da Giorgia Meloni. L’astro nascente del neo presidente del Consiglio oscura infatti la stella ormai in declino rappresentata dal leader della Lega. Una manifesta superiorità che si nota chiaramente sia a livello politico che mediatico. Insomma, per Salvini sono tramontati i tempi d’oro dello scontro con la Ong di Carola Rackete quando era ministro dell’Interno del governo Conte I. La dimostrazione plastica di questo cambio radicale è stata la recente conferenza stampa di presentazione della manovra economica appena approvata dal governo Meloni.
Il presidente del Consiglio è apparsa infatti raggiante e sicura di sé di fronte ai giornalisti. Oltre a rispondere a tutte le domande tecniche sul contenuto della manovra, Giorgia Meloni ha anche tenuto testa alle decine di cronisti che protestavano per il fatto che avrebbe dovuto assentarsi per qualche minuto per presenziare all’assemblea di Confartigianato. Lei li ha zittiti tutti facendo un riferimento sibillino al loro comportamento tenuto durante le conferenze stampa del suo predecessore Mario Draghi.
Matteo Salvini dal canto suo, intervenuto subito dopo il premier, ha provato a tenere alta la testa puntando il dito contro la legge Fornero sulle pensioni che, a suo avviso, sarebbe stata bloccata dalle decisioni prese da Palazzo Chigi in materia. Ma la sua postura e il suo atteggiamento non sarebbero più quelli sicuri e sprezzanti di una volta. “La premier non gli fa toccare palla”, è questo infatti il virgolettato pubblicato da Repubblica e attribuito ad un non meglio precisato “influente compagno di viaggio del leader appannato”.
A fare sensazione è anche l’immagine plastica del vicepremier Salvini seduto accanto al premier Meloni in sala stampa. Il leader del Carroccio è ridotto praticamente a fare da spalla alla protagonista politica del momento. Secondo gli ultimi sondaggi, infatti, il suo partito Fratelli d’Italia avrebbe raggiunto e superato il muro del 30% dei consensi. Mentre la Lega sprofonderebbe al 7,6%, superata persino dal partito di Carlo Calenda e Matteo Renzi.
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