Una sorta di Papeete bis, un clamoroso strappo sulla falsariga di quello che si consumò nell’ormai celebre estate in cui, tra un mojito e l’altro, Matteo Salvini voltò clamorosamente le spalle al Movimento Cinque Stelle mettendo fine con largo anticipo all’esperienza di governo gialloverde. Il leader della Lega ci pensa davvero, di nuovo, dopo il fiasco delle ultime elezioni amministrative. Consapevole di quanto la linea seguita negli ultimi mesi si stia rivelando improduttiva. E alla ricerca disperata di un colpo di scena per risollevarsi nei sondaggi.
Come rivelato da La Stampa, la frase ricorrente dopo la sconfitta alle urne è stata “Basta chinare il capo”. Una presa di posizione forte dettata dalla necessità di muovere le acque, uscire da un isolamento che vede la Lega puntualmente messa all’angolo da Giorgia Meloni all’interno della coalizione di centrodestra e dai vari Pd, M5S e Forza Italia quando agisce come azionista del governo Draghi. I leghisti, tutti, sono stati avvisati.
Ecco, allora, che la Lega è tornata di colpo ad avvicinarsi alle posizioni di Meloni, che non a caso ha subito lodato la scelta di non presentarsi al Consiglio dei ministri per dare il via libera alla riforma del catasto. Facendo temere che le elezioni anticipate possano essere dietro l’angolo e agitando non poco gli animi degli azzurri di Silvio Berlusconi, che di tornare al voto non vogliono sentirne proprio parlare, per il momento. Le parole di Salvini, però, sono state un crescendo: “La nostra fiducia a questo governo era stata data sul presupposto che non ci sarebbero stati aumenti di tasse. Se qualcuno ha cambiato idea lo spieghi agli italiani”.
Se Salvini alla fine uscirà davvero dal governo non è al momento dato saperlo. Ma a preoccuparsi è un numero crescente di parlamentari, che intravedono evidenti segnali di rottura. Tra questi i leghisti, che si chiedono ora, sconsolati: “Dovessimo tornare al voto, significherebbe che in questi mesi abbiamo dato il sangue per niente”.
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