Ci risiamo, è il momento del complottismo e del vittimismo: Matteo Salvini ci riprova e torna a denunciare la possibilità che “qualcuno” si stia muovendo per dare una spallata al governo italiano. I cosiddetti “poteri forti”, insomma, che mal digeriscono l’operato del “governo del cambiamento”. Ogni volta che si palesano le mancanze dell’esecutivo, si riparte con il solito disco rotto. “Enormi interessi in ballo, io vado avanti”. E assicura: “Realizzeremo il contratto che abbiamo firmato con i 5 Stelle”.
Matteo Salvini dà una spallata alla crisi di governo, ma sa che gli ostacoli non mancano. E vanno al di là dei contrasti con il M5S su rifiuti, infrastrutture come Tav e Terzo Valico. Poi facciamo finta di non considerare l’annuncite continua di reddito di cittadinanza, quota cento, Fornero e riforme promesse e irrealizzabili. E, in ultima istanza, anche la polemica sui preservativi ai profughi. La sostanza è solo una, hanno promesso una mole di cose irrealizzabili e ora devono dire all’elettorato che non possono farle per colpa “dei poteri forti”, quando era evidente che le loro promesse erano sin dall’inizio chiacchiere.
“Se non mi fanno saltare, io vado fino in fondo”. Specifica Salvini più e più volte, paventando una minaccia da parte di non si sa bene chi o cosa. Ecco le parole consegnate alla platea del convegno “Italia direzione Nord 2018”, a Milano. Il leader della Lega siede accanto ai governatori leghisti di Lombardia e Friuli Venezia Giulia, Attilio Fontana e Massimiliano Fedriga, e non le manda a dire: “Ci sono enormi interessi economici in ballo. Ovunque tu ti muova, vai a toccare interessi economici stratificati da anni. Guardate la reazione del presidente del Coni (Giovanni Malagò, ndr) quando abbiamo messo in discussione l’elefantiaco impianto dello sport italiano…”
Poi il vicepremier definisce “ingenerose” le eventuali sanzioni di Bruxelles sulla manovra, e torna a ribadire che vuole continuare a governare con i Cinquestelle. “Farò tutto quello che è possibile e sono convinto che così andrà a finire, perché questo governo arrivi fino alla fine e mantenga tutti gli impegni firmati nel contratto, rivendicando il diritto a bere il caffè con chi ritengo di incontrarmi per bere il caffè perché il divieto di caffè non c’è nel contratto di governo”.
Evidentemente, quella visita a Silvio Berlusconi a Roma della settimana scorsa non è andata giù ai colleghi di governo. Ma resta un punto fermo: “Se c’è la buona volontà, se c’è la trasparenza, se c’è la voglia di fare, io vi dico che andiamo fino in fondo. Rimane solo quello: farci litigare, farci polemizzare. Certo – ammette Salvini – l’uscita
di qualcuno ogni tanto non aiuta, per carità di Dio, però io sono testone e vado fino in fondo”. A questo proposito, la legge Fornero rimane un cavallo di battaglia. E le critiche su quota 100 del presidente dell’Inps, Tito Boeri, fanno sbottare il vicepremier leghista.
“È ormai da mesi in campagna elettorale e magari sfiderà Minniti alle primarie del Pd, non lo so…”. Non solo. Sempre sui temi economici, Salvini rassicura un’altra volta: “Io vi do la mia parola d’onore che mai e poi mai metterò mano ai risparmi con una patrimoniale o con una tassazione di nessun genere”. Per il momento, intanto, il segretario del Carroccio non vuole sentir parlare di leadership dei sovranisti in Europa. “Faccio con gioia il ministro dell’Interno di questo Paese, che è la cosa più bella che mi poteva capitare”.