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Renzi, solidarietà a Salvini: “Mondragone? Era giusto farlo parlare, così non va bene”

Matteo Renzi torna a “difendere” Matteo Salvini. E lo fa, insieme a tanti altri politici, per esprimere solidarietà dopo i fatti di Mondragone, stigmatizzando certi comportamenti violenti. I cori, l’acqua tirata sul palco e poi i sospetti sull’impianto elettrico compromesso e le pietre lanciate verso il gazebo. Tutte cose che, secondo il leader di Italia Viva, non fanno bene alla democrazia. Contestare sì, impedire di parlare no. Il comizio organizzato nella giornata di ieri dalla Lega a Mondragone è stato infatti interrotto. E Matteo Salvini è stato costretto a fermarsi, come ha spiegato sui suoi social: “Ieri a Mondragone volavano pietre”.

Ma, come si diceva, a denunciare quanto accaduto non è solo Salvini, solidarietà per lui anche da Roberto Giachetti e Matteo Renzi. Giachetti commentava su Twitter: “Sarà un ciarlatano, un provocatore, un cazzaro. Ma non esiste al mondo che in un paese democratico ad un esponente politico (per di più il segretario del maggiore partito italiano) venga impedito di fare un’iniziativa politica”. Renzi mantiene nei toni invece un profilo più istituzionale e centra il messaggio: “Molti si arrabbieranno per ciò che sto per dire ma lo dico lo stesso. Deve essere chiaro che impedire a Matteo Salvini di parlare è un errore per la democrazia”.

Aggiunge Renzi nella sua newsletter: “Noi non condividiamo ciò che dice, ma in un Paese democratico il leader del primo partito italiano ha il diritto di parlare sempre e ovunque”. Renzi ha poi mandato una frecciatina ai compagni di maggioranza dei 5 Stelle sulla questione Mes: “È fondamentale chiudere rapidamente la partita del Mes, i 37 miliardi che servono alla nostra sanità e che, per un motivo ideologico, qualcuno vorrebbe buttare via”.

Infine, Renzi ha commentato così il bonus da 100 euro per i dipendenti che sarà attivo da domani: “Finirà come è finita per gli 80 euro: per anni ci hanno detto che si trattava di una mancetta elettorale. Poi, dopo anni e anni, si sono convinti di aggiungere qualche euro e quella che era stata definita una mancetta è diventata una grande rivoluzione fiscale”.

 

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