Un Matteo Salvini nervoso, e parecchio, quello apparso in Senato in queste ore per ascoltare e replicare all’informativa del premier Giuseppe Conte sulla Fase 2. Sbottato di colpo quando si è accorto che, mentre parlava, alcuni esponenti del Movimento Cinque Stelle se la ridevano di gusto sotto i baffi. “Ma cosa c’ha da ridere? Non rida, porti rispetto per chi a casa non ha una lira, non è pagato per ridere. Chiedo rispetto della maggioranza non per me ma per i 30 mila morti e per chi non ha i soldi per vivere…” è stata la frase di uno stizzito leader della Lega.
“Non mi stupisce che chi ha ironizzato sulla sanità lombarda continui a ridere…”, ha aggiunto Salvini. E ancora, mentre alcuni esponenti del Movimento 5 S e del Pd gli lanciavano contro parole probabilmente non proprio al miele: “Andatevene a Villa Borghese a ridere, non qui, in quest’Aula. Mancate di rispetto a 30 mila morti”. A scatenare le risate della maggioranza giallorossa erano state una serie di stoccate non troppo convinte del Capitano, che aveva parlato della sanatoria prevista per colf e badanti come di un aiuto a chi “sta spacciando adesso davanti alla Stazione Termini, questa è la sanatoria”.L’ennesima bufala di questi giorni di “gazzarra” leghista, in Aula quanto sui social, visto che come spiegato più volte dagli stessi esponenti del governo, per beneficiare dell’intervento non basta la presenza in Italia ma servono requisiti come i contratti, anche se scaduti. Una prova, insomma, di “aver
svolto prima del 31 ottobre 2019 attività nei settori previsti”. Salvini è poi tornato su un altro vecchio cavallo di battaglia, quello della Svizzera che, al contrario di quanto succede dalle nostre parti, ti mette in mano soldi contanti in abbondanza con poche, rapide firme. Anche qui, senza troppo curarsi della smentita arrivata dalla tv del Canton Ticino che aveva già replicato, smontando questa teoria.Di fronte all’ilarità dei grillini, che hanno replicato alle accuse con risate e gesti non troppo eleganti, Salvini non ci ha più visto. Il motivo? Con tutta probabilità, il nervo leghista sul fronte fake news è più che scoperto. Il Capitano sa di aver fatto ricorso in abbondanza alla menzogna, in questi mesi, per attaccare il governo. E ora che è arrivato il momento di pagare pegno, la rabbia viene improvvisamente a galla.
Salvini “smonta” già il 2 giugno: “Non sarà una vera e propria manifestazione”