Di Maio alza la voce sul tema della sicurezza, entrando in un terreno che solitamente aveva visto i Cinque Stelle lasciare campo libero ai dirimpettai della Lega. “Bisogna affrontare il tema della sicurezza interna, anche alla luce di quello che è successo nel Milanese” ha spiegato il leader del Movimento intervenendo ad Agorà. Nell’occasione, ha anche annunciato che a breve sarà presentato un programma per proteggere chi vive in Italia. Un concetto ribadito nel giro di poche ore anche in un’intervista a La Stampa.
“Credo che l’Italia debba iniziare a dotarsi di una National Security Strategy sul modello Usa. Ci sta lavorando il ministro Trenta, dietro la guida di Palazzo Chigi. In sostanza un documento di strategia nazionale – spiega Di Maio – la minaccia è cambiata. È più mutevole, ibrida”. Le anticipazioni riguardano maggiore sorveglianza e un ricorso massiccio alla tecnologia. Quando gli fanno notare che si sta avventurando in zona Salvini, Di Maio risponde che “Non è lui a decidere”.
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“Conoscendo Salvini immagino sia felice di ricevere proposte concrete e ambiziose” ha scherzato Di Maio, intervenendo poi sulla questione della concessione della cittadinanza a chi vive in Italia da molti anni o è nato in questo Paese: “Lo ius soli? Non è nell’agenda di governo. Questi sono temi da affrontare a livello europeo”.
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Sulla vicenda dello scuolabus sequestrato con a bordo 51 studenti, posto in essere da un uomo che sosteneva di voler vendicare i morti nel Mediterraneo dice: “Non c’è nessuna giustificazione di quel soggetto. Non c’è nessun clima d’odio. Il ministro dello Sviluppo economico ha ribadito l’idea lanciata ieri, 21 marzo: “Il papà del bambino” egiziano del bus che ha chiamato per allertare “ha chiesto la cittadinanza, io credo che gliela dobbiamo dare”.
I dati (sbagliati) di Salvini: la verità dietro i numeri sull’immigrazione sbandierati i tv