Partita la resa dei conti nel governo sul green pass. In molti avevano pronosticato un rompete le righe nell’esecutivo sulle regole anti pandemia subito dopo l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. E così di fatto sta accadendo. Da una parte c’è il partito di coloro che vorrebbero mantenere questa misura restrittiva, insieme all’obbligo vaccinale, almeno per tutto il 2022. Si tratta del ministro della Salute, Roberto Speranza, e del suo consigliere Walter Ricciardi. Dall’altra si schiera il leader della Lega Matteo Salvini che propone di eliminare definitivamente il certificato verde entro il 31 marzo.
Roberto Speranza decide di ribadire la sua linea di prudenza nei confronti della pandemia durante l’ultima puntata di Mezz’ora in più, il talk show domenicale condotto da Lucia Annunziata su Rai 3. “Dal 15 febbraio c’è obbligo di green pass sui luoghi di lavoro: è una strategia giusta. – rivendica Speranza – È un provvedimento mirato per le persone over 50 non vaccinate che più rischiano di essere ospedalizzate se infettate. L’obbligo è una scelta giusta che ci mette nelle condizioni di guardare con più fiducia nei prossimi mesi. Dobbiamo ancora insistere per vaccinare, più asciughiamo l’area dei non vaccinati più il Paese è in sicurezza”.
“Il green pass serve ancora. – gli fa eco Ricciardi – Insieme alla vaccinazione deve diventare uno dei due perni della nuova normalità. Se li togliamo siamo a rischio. Sarebbe la terza volta che facciamo lo stesso errore. Il terzo anno in cui pensiamo che tutto sia finito e poi ci troviamo con la curva che risale. Deve essere chiaro a tutti: il virus circola ed è temibile. Quindi per tutto questo 2022 obbligo vaccinale e green pass vanno mantenuti”.
Chiusura totale sulla fine del certificato verde che cozza con quanto affermato da Salvini a Porta a Porta. “Il 31 marzo scadrà lo stato d’emergenza, che per me non va rinnovato. Così come devono essere superati i green pass e i super green pass”, dichiara infatti il leader leghista. Intanto, il deputato del Carroccio Claudio Borghi, insieme ai suoi colleghi della commissione Affari sociali della Camera, ha presentato un emendamento volto proprio a chiedere l’eliminazione di tutte le restrizioni entro il 31 marzo.
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