Matteo Salvini torna a vestirsi da fedele, nel tentativo di recuperare un po’ del prezioso consenso perduto tra retromarce improvvise sul Green pass e una spaccatura sempre più evidente all’interno della sua stessa Lega. Il segretario del Carroccio è stato intervistato dalla Stampa subito prima di un incontro in Vaticano con monsignor Gallagher, il potente segretario per i rapporti con gli Stati. Tentando di mostrasi più responsabile che mai: “Da un Green pass più ragionevole alla conferma di Quota 100 anche per il 2022 sto lavorando su molti tavoli e i risultati arrivano”.
Con Draghi, ha spiegato Salvini, il rapporto “è molto positivo. Ci sentiamo e ci messaggiamo spesso”. Il Vaticano, invece, è un terreno scoperto da poco: “Ammetto che in Vaticano non ho mai avuto grandi relazioni, però tra Afghanistan, G20 e sfide per la vita abbiamo molte cose da dirci”. Tra i temi che Salvini vorrebbe affrontare con il cardinal Callagher, “il ddl Zan, il supermarket dei bambini e degli uteri in affitto, lo ius soli, l’Islam”.
Divergenze con Bergoglio sull’accoglienza? “Può darsi. Ma io mi sono riletto molti passaggi dei suoi discorsi e non sono così sicuro. E le garantisco che molti sacerdoti hanno condiviso le mie scelte da ministro dell’Interno”. A tal proposito, sul fronte Afghanistan le persone in fuga “vanno aiutate tutte. Checché ne dicano Letta e Conte. Ovviamente, sull’esempio di Francia e Gran Bretagna, dovremo fare attenzione alle infiltrazioni. Personalmente non avrei neppure chiuso l’ambasciata italiana a Kabul”.
Un Salvini che non rinuncia a qualche frecciatina alla ministra degli Interni Lamorgese, per la quale “parlano i numeri”, e che rivendica ancora il risultato sul fronte Green pass (“con Draghi troviamo spesso soluzioni comuni”). E che spera di trovare ora il premier alleato sulla riforma del reddito di cittadinanza, “che costa 8 miliardi e non funziona, e su Quota 100. Io lavoro perché resti fino al 2022. L’obbligo vaccinale? “Nelle Rsa è giusto”. Per Draghi al Quirinale, invece, “chiedete a lui”.
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