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Salvini fa l’acrobata in senato: non si dimette, non ritira i ministri e torna sui suoi passi

Salvini ha preso la parola in Senato, il suo era l’intervento più atteso: “I riti della politica sono lontani dai bisogni del Paese: i parlamentari non volevano essere disturbati durante le ferie di Ferragosto. L’Italia vuole avere certezze e la cosa più bella, trasparente e dignitosa è dare la parola al popolo attraverso il voto. Raccolgo alcune proposte: l’amico e collega Di Maio ha ribadito più di una volta di votare il taglio dei parlamentari. Accolgo la sua richiesta. Facciamo il taglio e poi votiamo, per chiudere in bellezza con la promessa che avevamo fatto agli italiani”.

“Andiamo a votare. Settimana prossima tagliamo 345 parlamentari, e poi si vota, e rimetto il mio mandato nelle mani degli italiani. Non chiediamo di meglio: prima si vota, prima ci sarà un Parlamento che andrà avanti per cinque anni”.

“Prima si vota, prima si sterilizzano gli aumenti dell’Iva. Faccio appello alla dignità di questa aula: possiamo avere posizioni diverse, ma dobbiamo essere tutti d’accordo su una cosa: non si deve aver paura del voto dei nostri concittadini. Dubito che loro ridaranno il governo a Renzi. E Renzi ha paura del voto perché ha la coscienza sporca, e si inventa l’Iva, il Papeete e i moijto…”.

“Ho fatto con orgoglio il ministro di questo Paese dal primo all’ultimo giorno. Ora dico agli amici dei 5 Stelle: ci avete chiesto una cosa, questo taglio dei parlamentari, e io vi dico sì. Insieme tagliamo questi 345 parlamentari e poi si vota il giorno dopo. Se voi siete pronti, noi siamo pronti”.

“Spero che quest’aula sia composta da donne e uomini che nella prossima settimana pensino al futuro del Paese e non al proprio. Amici dei 5 Stelle, prima di allearvi con il Pd pensateci tre volte, e poi auguri, ognuno faccia quello che vuole”.

“Noi andiamo dagli italiani perché non abbiamo paura di alzarci dalle nostre poltrone e chiediamo loro il voto”. La seduta è stata caratterizzata da molte interruzioni. Salvini ha attaccato direttamente Renzi, più che il Pd, chiamandolo in ballo almeno sei volte. Non si è dimesso, non ha ritirato i suoi ministri e ha spiazzato tutti lanciando il nuovo appello ai 5 Stelle. Un acrobata, insomma, tra bugie, strategie e ritorno sui propri passi. Come a dire: la crisi di governo? Macché, abbiamo scherzato…

 

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