Matteo Salvini annuncia di volersi recare presto in Ucraina in missione di pace. Ma la sua promessa, posto che verrà mai mantenuta, scatena l’immediata reazione ironica di Marco Travaglio. Ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo, il direttore del Fatto Quotidiano usa la sua solita dialettica tagliente per inchiodare sia il leader della Lega che il suo storico avversario, Silvio Berlusconi, amico di Putin per eccellenza.
“Vorrei un commento da te perché Salvini oggi si propone come ambasciatore di pace in Ucraina perché ha detto che sta valutando l’ipotesi di andare a Kiev. Funzionerebbe? Sarebbe ben accolto, visti i rapporti molto stretti suoi e della Lega con la Russia di Putin?”, così la Gruber imbecca il suo ospite. “Devo dire che l’Ucraina ha già dei grossi problemi di suo. Non credo abbia bisogno di aggiungerci pure Salvini”, replica sarcastico Marco Travaglio.
“Non so bene che cosa dovrebbe andarci a fare. Tra l’altro credo che abbia parlato di essere in contatto con la Caritas e con la Comunità di Sant’Egidio. Ma da quello che mi risulta non ne sanno praticamente niente. Quindi forse si è dimenticato di avvertirle”, Travaglio smaschera il leader della Lega. “Mi sembra una confusione generale derivante da quelle sue fughe in avanti verso Putin che, tra l’altro, non sono neppure riusciti a scavalcare le fughe in avanti di Berlusconi”, chiosa il direttore del Fatto.
“Dato che Berlusconi è diventato buono improvvisamente, viene rimosso completamente dai media che noi siamo stati per 20 anni i migliori amici di Putin, perché Berlusconi era il miglior amico di Putin”, Travaglio ne ha ovviamente anche per il suo storico avversario. “Mi sento dire che è un’esclusiva dei sovranisti. Col cavolo. – sbotta il giornalista – Salvini gli avrà stretto la mano due volte a Putin. Berlusconi era di casa non solo al Cremlino, ma nelle sue dacie ce l’aveva in casa. E nessuno lo ricorda perché adesso improvvisamente è passata questa leggenda per cui è diventato buono. E questo ci dice anche che da noi questa guerra viene utilizzata per regolare conti interni. Per regolare le nostre guerricciole da buvette di Montecitorio, che è una cosa abbastanza ributtante”.
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