10 novembre 2018: è quella la data segnata in rosso sul calendario di Matteo Salvini, il giorno che vedrà il giudice pronunciarsi in merito all’accusa per falso nel processo che vede imputata Virginia Raggi sulla nomina di Marra. I Cinque Stelle hanno già assicurato che, in caso di condanna, al sindaco non resterebbe che fare un passo indietro, fedele ai dettami del codice etico del Movimento. E la Lega, di conseguenza, fiuta già l’occasione per una storia presa di Roma in caso di ritorno alle urne. Il Capitano, non a caso, ha già iniziato a lanciare attacchi al primo cittadino della capitale, sfruttando l’onda di sdegno suscitata dalla morte di Desiree Mariottini, 16enne trovata senza vita nel quartiere di San Lorenzo. “Dalla Raggi ci aspettavamo tutti di più”. Parole che suonano come una dichiarazione di guerra dopo le tante schermaglie dei mesi passati.
Nelle scorse settimane il nome forte della Lega, la persona destinata designata per puntare all’aula Giulio Cesare in caso di elezioni, era parso chiaro: Barbara Saltamartini ex Pdl sbarcata poi in quota Lega, la scelta più ovvia stando alle gerarchie di partito. Secondo l’Huffington Post, però, in queste ore Salvini ci starebbe ripensando, convinto della necessità di cercare un profilo proveniente dalla società civile per non spaventare troppo l’elettorato di centro. Il rischio, altrimenti, è regalare voti a opposizione e alleati. Quelli che, in fin dei conti, potrebbero rimanere a bocca asciutta. Troppo debole, ormai, Forza Italia. Troppo difficile convincere la Meloni a piegarsi alle Lega, considerando quanto e come Fratelli d’Italia sia radicato nell’urbe.
E i Cinque Stelle? Mentre Salvini mette a segno i primi colpi, corteggiando i romani con la promessa di controlli più intensi nelle strade e divieti di consumare alcolici dopo le 21, il Movimento si dice fiducioso nell’assoluzione della Raggi. Nessun piano b, per ora, dopo che era circolata la clamorosa voce di un Alessandro Di Battista pronto a scendere in campo per evitare di cedere la capitale alla Lega. In realtà un piano ci sarebbe, anche se nessuno ne parla ufficialmente: Monica Lozzi, presidente del VII Municipio e forte di grande consenso anche da parte di esponenti di altri partiti per il suo operato. Forse anche sul suo calendario la data del 10 novembre è stata cerchiata con la matita rossa.
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