Matteo Salvini continua a ribadire la sua linea difensiva sul caso Open Arms: se lui è colpevole lo sono anche altri esponenti del governo gialloverde dell’epoca: “Non pretendevo un medaglia. Era il mio lavoro quello che gli italiani mi chiedevano. Non mi aspettavo neanche due processi, se volete venire a farmi compagnia il 3 ottobre sarò in tribunale a Catania, non sono abituato ad andarci da criminale, ma ci vado a testa alta. Sicuramente qualche esponente del governo verrà a farmi compagnia”.
Un concetto espresso durante un’intervista rilasciata a Rtl 102.5 e ribadita più volte: “Io rischio 15 anni di carcere per aver fatto rispettare la legge e i confini del mio Paese ed è chiaro che è un processo politico, ma siccome le scelte le prendevamo tutti insieme allora ci andremo tutti”. Chiaro il riferimento in primis al premier Giuseppe Conte, con il quale Salvini dice di aver sempre condiviso ogni decisione in materia.
Nel mirino del leader della Lega potrebbero però esserci anche Elisabetta Trenta, ex ministro delle Difesa, e Danilo Toninelli, ex ministro delle Infrastrutture, alla guida della Guardia Costiera. Sia nel processo Gregoretti sia nel processo Open Arms, Salvini è accusato di sequestro di persona per aver tenuto a bordo, senza far sbarcare, centinaia di migranti.
Nei giorni scorsi il Senato si era espresso favorevolmente di fronte alla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini sulla vicenda Open Arms, un caso per il quale il leader della Lega aveva inizialmente sperato nel supporto di Matteo Renzi che però, alla fine, gli aveva voltato le spalle.
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