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Saman Abbas: iniziate le operazioni di recupero dei suoi resti

A Novellara, in provincia di Reggio Emilia, sono cominciate da poco le operazioni per rimuovere i resti del corpo che si ritiene essere quello di Saman Abbas, la ragazza 18enne di origine pachistana che sarebbe stata uccisa dai suoi familiari alcuni mesi fa. La Corte d’Assise del capoluogo reggiano ha conferito l’incarico di effettuare questa operazione in un casolare abbandonato che si trova vicino casa della famiglia Abbas ai periti Cristina Cattaneo e Dominic Salsarola. Ora si dovranno esumare e analizzare i resti umani che lo zio ha indicato essere proprio quelli di Saman. Ma il risultato delle analisi non si avrà prima di due mesi.

Saman Abbas

Intanto, Fanpage intervista l’avvocato Barbara Iannuccelli che collabora con l’associazione Penelope a tutela degli amici e dei familiari delle persone scomparse. Associazione che si è costituita parte civile nel processo sull’omicidio di Saman Abbas che inizierà a febbraio. “Non è un ritrovamento fatto per caso o frutto di una attività di ricerca programmata. – dichiara l’avvocato – La modalità del ritrovamento su indicazione di un imputato al 90% colma tutti i buchi di insicurezza sull’identità della vittima. Da quel che so la difficoltà riguarda soprattutto l’estrazione del corpo, che parrebbe interrato a una profondità importante”.

“È stato dispiegato un potente plotone per la ricerca di Saman. – prosegue la Iannuccelli – Si è fatto leva sull’immagine delle tre persone con la pala e con la busta, che dunque dava l’idea del seppellimento. È vero che la serra è stata scandagliata col georadar, ma è anche vero che questo funziona fino a 5 metri di profondità a patto che la superficie sia libera. Invece, in questo caso l’abitazione era obsolescente e abbandonata, il corpo pare sia a più di tre metri di profondità con tutta una serie di detriti sopra, come pietre e mattoni. Anche a vista non dava idea di un luogo facilmente ispezionabile”.

“Non mi sento di accusare nessuno ma, dato per scontato che il corpo era nelle vicinanze dell’abitazione della famiglia Abbas, i cani molecolari non sarebbero riusciti a fiutare nulla. – sottolinea il legale – Inoltre, quella è costruzione in stato di pericolo di crollo. Ma so anche che la procura di Reggio Emilia ha fatto tanto per Saman, esiste una relazione di oltre 600 pagine in cui sono annotati numeri di targa e telefono che hanno agganciato la cella telefonica sopra la serra, uno per uno sono stati individuati e contattati…un potente dispiegamento di forze”.


“Il dato positivo è che oggi i difensori degli imputati non hanno più l’argomento difensivo della mancanza del cadavere, che sicuramente non osta a una condanna, ma che poteva, in base a chi avevamo davanti, instillare un ragionevole dubbio sulla non visibilità di Saman. In casi simili basta solo argomentare ad esempio che la ragazza si era già allontanata volontariamente dal nucleo familiare. Tra l’altro proprio su Saman c’è una denuncia di scomparsa fatta dal padre quando la ragazza si recò da una persona in Belgio conosciuta sui social”, conclude Barbara Iannuccelli.

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