Dopo i video choc che mostrano i pestaggi ai danni dei detenuti, ecco arrivare altre pesanti accuse nei confronti del personale del carcere di Santa Maria Capua Vetere. Alle pagine de La Stampa, un ex detenuto in sedia a rotelle ha infatti spiegato: “Non posso ripensarci, vado al manicomio. Secondo me erano drogati, erano tutti con i manganelli, anche la direttrice”.
L’uomo ha ricordato alcuni passaggi del pestaggio da parte della polizia penitenziaria avvenuto ad aprile 2020: “Sono stato il primo ad essere tirato fuori dalla cella insieme con il mio piantone perché sono sulla sedia a rotelle. Ci hanno massacrato, hanno ammazzato un ragazzo. Hanno abusato di un detenuto con un manganello. Mi hanno distrutto, mentalmente mi hanno ucciso”.
Una ricostruzione terribile: “Volevano farci perdere la dignità ma l’abbiamo mantenuta. Sono loro i malavitosi perché vogliono comandare in carcere. Noi dobbiamo pagare, è giusto ma non dobbiamo pagare con la nostra vita. Voglio denunciarli perché voglio i danni morali”. Una vicenda sulla quale è intervenuta in queste ore anche la ministra della Giustizia Marta Cartabia, che ha parlato di “tradimento della Costituzione da parte degli agenti”.
Al momento sono 52 gli agenti di polizia penitenziaria arrestati per l’accaduto. I pestaggi, secondo le ricostruzioni fornite dai detenuti, sarebbero stati una sorta di vendetta per alcune turbolenze avvenute nei giorni precedenti, quando alcuni carcerati avevano inscenato delle proteste perché spaventati dal Covid-19 e dal rischio contagio nella struttura.
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