Che siate pro o contro l’eutanasia, poco importa. Al diritto di morire ci ha pensato e creduto soprattutto Philip Nitschke, il creatore della macchina del suicidio Sarco. L’attivista australiano si cimenta da anni in sperimentazioni tecnologiche degne di nota. Ma se alcuni storcono il naso, altri plaudono il progresso biomedico, nonostante le importanti en conseguenti implicazioni etiche.
La macchina del suicido di Nitschke è stata ufficialmente presentata durante la fiera funeraria ad Amsterdam la scorsa settimana.
Sarco: la macchina per il suicidio fai da te
Sapevate che esiste una vera e propria fiera a tema funerario? La terza edizione dell’evento si è tenuto nel Westerkerk di Amsterdam. La fiera offre alle persone l’ispirazione su come possono organizzare il proprio funerale o quello di una persona cara. Proprio durante la manifestazione Sarco è stata mostrata al grande pubblico come un risultato più che incredibile e tecnologicamente avanzato.
Si tratta di una macchina stampata in 3D, che lo stesso Nitschke spera cambierà il modo in cui si decide di morire. Il “Sarco” è praticamente un pod di dimensioni umane, che poggia su un supporto. In questa capsula si trova un contenitore di azoto, che viene rilasciato nel pod con la semplice pressione di un pulsante. La fase di stordimento previene quella della morte. “La persona che vuole morire preme il pulsante e la capsula è piena di azoto, si sentirà un po ‘stordito ma poi perderà rapidamente conoscenza e morirà. Credo che scegliere il momento in cui morire sia un diritto umano fondamentale, non è solo un privilegio medico per gli ammalati, ma se hai il dono prezioso della vita, dovresti essere in grado di dare quel dono al momento di la tua scelta “, ha dichiarato l’australiano a Agence France-Presse.
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Ovviamente Nitschke si definisce un’attivista per “l’eutanasia volontaria e il suicidio razionale”, definendoli entrambi veri e propri diritti umani. Durante la fiera funeraria ha portato un’esperienza virtuale proprio per sperimentare la tecnologia innovativa, a dir poco spiazzante.
La tecnologia al servizio della vita e della morte
Marco rappresenta un vero e proprio salto nell’era dell’innovazione legata alla libera scelta. Siamo sempre portati a pensare alla tecnologia come ad un qualcosa che ci aiuta a vivere in modo migliore, e qualitativamente più alto.
Adesso Sarco propone un modo tecnologico per morire, oltre che per vivere, grazie al lavoro ingegneristico dell’olandese Alexander Bannick. L’innovazione non sta solo nel fatto di come è stata concepita, ma anche di come si possa tranquillare costruire in casa propria grazie ad una stampante 3D ed essere riutilizzata.
Sarco è infatti capace di ricevere comandi dall’interno grazie a pulsanti che, una volta premuti, rilasciano quantità progressive di azoto liquido. Dopo la morte dell’utente, la parte superiore si trasforma in una sorta di bara biodegradabile, mentre la parte inferiore può essere riutilizzata all’occorrenza.
Quanto costa? 1000 euro, ovvero il prezzo della stampante in grado di assemblarla direttamente a casa propria.