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Saviano a processo attacca la Meloni, Porro infuriato: “Abbassa la cresta”

Roberto Saviano a processo per diffamazione per aver definito “bastarda” Giorgia Meloni. I fatti risalgono a qualche anno fa, quando la Meoni non era ancora premier. Lo scrittore napoletano in quel caso se la prese anche con Matteo Salvini. Ora Saviano si difende in tribunale con una lunga arringa difensiva. Ma il giornalista Nicola Porro lo inchioda sui social: “Abbassa la cresta, la democrazia non sei tu”.

Roberto Saviano e Giorgia Meloni

“Mi ritrovo oggi qui e ritengo singolare che uno scrittore sia processato per le parole che spende, per quanto dure esse siano, mentre individui inermi continuano a subire atroci violenze e continue menzogne. – dichiara Roberto Saviano nell’aula del tribunale – Ma in questo vedo anche un’opportunità. L’opportunità, in questo processo, non è per me ma perché ho fiducia che si possa finalmente esorcizzare la più subdola delle paure e cioè che avere un’opinione contraria alla maggioranza significhi avere un’opinione non legittima, e che quindi avere un problema con la maggioranza di questo governo significhi avere un problema con la giustizia”.

“Io sono uno scrittore: il mio strumento è la parola. – prosegue Saviano – L’accusa è quella di aver ecceduto il contenimento, il perimetro lecito, la linea sottilissima che demarca l’invettiva possibile da quella che qui viene chiamata diffamazione. Sono uno scrittore e quindi, avendo ottenuto la libertà di parola prima di qualsiasi altra, sono deciso a presidiarla. E lo farò non sottraendomi, non proteggendomi dietro una dialettica comoda, sicura, approvata e già per questo innocua”, conclude la sua arringa lo scrittore.

“Tu non sei la democrazia, tu sei Roberto Saviano. – lo bacchetta però Nicola Porro sui social – Con la democrazia non c’entri niente. Sei un individuo che non può pensare di dire ‘il mio grido contro il potere che processa la democrazia’. No, non processa la democrazia. Processa uno scrittore che ha dato della bastarda a una politica. Tu non sei la democrazia”, conclude il giornalista.

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