Un’intervista che risale al 2014, quando l’Ue aveva annunciato da poco sanzioni nei confronti di Mosca per l’annessione della Crimea. L’allora eurodeputato Matteo Salvini decideva così di viaggiare verso il Cremlino accompagnato da una delegazione del Carroccio. Qui, alla stampa russa, mostrava tutta la sua opposizione a una decisione che a suo dire avrebbe danneggiato le esportazioni italiane. Con lui, ed è per questo che il materiale è tornato di stretta attualità, quel Gianluca Savoini oggi nell’occhio del ciclone.
Sì perché nell’intervista, curata da Eliseo Bertolasi per Sputnik Italia e pubblicata da International Affairs, Salvini definiva Savoini un suo rappresentante. Scopo dell’articolo, si leggeva, era stabilire delle relazioni volte a ridurre le conseguenze delle sanzioni alla Russia, che dimostravano di avere un effetto boomerang sull’economia italiana. La delegazione italiana a Mosca aveva così incontrato l’allora capo della Commissione affari esteri, Alexei Pushkov, e l’allora presidente della Duma di Stato, Sergei Naryshkin.
“La visita – spiegava Salvini – ha avuto anche più successo di quanto ci aspettavamo. Il nostro scopo a Mosca era quello di affinare le relazioni con quei contatti a cui hanno lavorato nei mesi scorsi i miei rappresentati ufficiali, Gianluca Savoini e Claudio D’Amico. È stato lui, già membro del Parlamento europeo presso la delegazione italiana all’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, a fornirci una ragione per venire in Russia, permettendoci di incontrare importanti rappresentati del governo a Mosca e in Crimea”.
Nel corso dell’intervista, interveniva lo stesso Savoini, mostrando di ricoprire un ruolo tutt’altro che secondario al fianco dell’attuale vicepremier e mostrando la sua vicinanza a Putin: “Solo i nervi di ferro del presidente Putin sono riusciti ad evitare che il conflitto sfociasse in una guerra vera e propria. Da mesi ormai il governo ucraino continua con una tattica di provocazioni senza fine nei confronti di Mosca, sperando che in questo modo intervengano le truppe russe, provocando una guerra”.
Nel corso della chiacchierata, Savoini non risparmiava frecciate al veleno contro Bruxelles: “L‘Unione europea non è la vera Europa, ma un gruppo di tecno-burocrati e banchieri internazionali che stanno seguendo i loro interessi”. Difficile, con queste premesse, immaginare che il rapporto con Salvini fosse superficiale come sostenuto in queste ore dal ministro dell’Interno, preoccupato per le ripercussioni che la vicenda potrebbe avere sul suo consenso.
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