Critica, discusso, disertato da alcuni politici e popolato invece da altri, finiti nel mirino dei detrattori. Il Congresso delle Famiglie di Verona è andato agli archivi, accompagnato da proteste e qualche passaggio oltre i limiti del grottesco (qualcuno ha parlato di feti di plastica?). Ma la spaccatura nel governo c’è ancora. I Cinque Stelle si sono tenuti ben lontani dalla manifestazione, non risparmiando toni durissimi contro l’evento. Un attacco che a qualcuno non è andato proprio giù.
Il sindaco di Verona Federico Sboarina ha infatti chiesto il “Daspo urbano” per Luigi Di Maio. Il motivo? Le parole non troppo tenere del vicepremier nei confronti della kermesse. “Se per Di Maio Verona è una città di sfigati e fanatici solo perché ha ospitato il Congresso della famiglia, allora lo invito a non venire in città nemmeno fra pochi giorni quando ha in programma la sua visita al Vinitaly. Può andare da un’altra parte a fare la sua passerella elettorale, visto che la città è la stessa che lui ha insultato”.
Sboarina, criticato per la scelta di aver “prestato” le strutture del Comune al Congresso per le Famiglie, ha poi rincarato la dose nei confronti dell’esponente del Movimento Cinque Stelle: “Il Comune di Verona che ha co-organizzato il congresso è lo stesso che è socio di maggioranza in fiera. Se esistesse il Daspo urbano per le offese arrecate, a Verona Di Maio lo rischierebbe”.
Per Luigi di Maio al Congresso di Verona ci è andata la “destra di sfigati”, che sostiene la “visione della donna sostanzialmente mero angelo del focolare” e che dunque “non rappresenta niente della cultura del M5S. Chi vuole tornare indietro ne risponderà alla storia, neanche agli elettori”.
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