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Scandalo alle Poste, filma i bagni delle dipendenti con telecamere nascoste

Scoppia lo scandalo alle Poste: filma le dipendenti nei bagni. I fatti risalgono a fine marzo 2022, quando una dipendente dell’ufficio postate della provincia di Taranto scopre un dispositivo nascosto e segnala la situazione. Il direttore dell’ufficio è stato arrestato con l’accusa di aver filmato le parti intime delle sue dipendenti attraverso una videocamera spia installata nei bagni femminili. L’ordinanza di custodia cautelare, richiesta dal pm Mariano Buccoliero e firmata dal gip Francesco Maccagnano, ha stabilito gli arresti domiciliari per l’uomo. Secondo gli investigatori, il direttore ha scaricato i video compromettenti su un computer personale dopo aver posizionato la “spy cam”.
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Condannato il direttore, scandalo alle Poste: filma le dipendenti nei bagni

Grave scandalo alle Poste: filma le dipendenti nei bagni. La scoperta del dispositivo avviene quando una dipendente dell’ufficio si accorge della sua presenza nascosta in un contenitore. Sconvolta, preleva la videocamera e il cavo che la collega a una batteria e lo confida a una collega. Esaminando la microcamera, scoprono una scheda di memoria e decidono di inserirla in un computer, facendo una scoperta ancora più inquietante: uno dei video mostra il direttore mentre posiziona la telecamera. Informano altre colleghe e poi affrontano il loro superiore, che tenta di giustificarsi affermando di aver trovato lui stesso la telecamera e di averla riposizionata per individuare il vero responsabile.
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Filmava le dipendenti, che lo scoprono

Le dipendenti non sono convinte dalla sua spiegazione e il direttore afferma di voler chiedere il trasferimento per tutelarsi. La scoperta viene denunciata ai carabinieri e il caso viene preso in carico dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della guardia di finanza. Dopo qualche settimana, viene effettuata una perquisizione nella casa del sospettato, durante la quale vengono sequestrati computer portatili e telefoni cellulari.

L’analisi dei dispositivi rivela che il direttore, consapevole dei rischi, ha cercato di eliminare tutte le prove cancellando i file compromettenti dal suo computer dopo la scoperta della videocamera. Tuttavia, i militari sono riusciti a recuperare numerosi video compromettenti e 120.000 immagini che ritraevano le colleghe mentre utilizzavano i servizi igienici, utilizzando software specifici. Inoltre, è emerso che alcune riprese erano state caricate su un servizio di cloud storage.

Il gip ha approvato la richiesta di arresti domiciliari per l’uomo, spiegando che sospendere semplicemente le sue funzioni non sarebbe stata una misura sufficiente. Secondo il giudice, il direttore dell’ufficio avrebbe potuto compiere azioni simili anche in altri luoghi pubblici o nei camerini di negozi di abbigliamento. L’uomo è stato quindi arrestato nella sua abitazione. Nei prossimi giorni, comparirà dinanzi al gip Maccagnano per l’interrogatorio di garanzia, accompagnato dal suo avvocato Luigi Semeraro.

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