Il capo di gabinetto del ministro Alfonso Bonafede, Fulvio Baldi, è stato costretto a dimettersi in un momento particolarmente delicato per il dicastero. La decisione, si legge nel comunicato, è arrivata dopo un colloquio con lo stesso titolare della Giustizia. Al suo posto è stato nominato ad interim l’attuale capo dell’ufficio legislativo Mauro Vitiello, di Magistratura democratica.
A portare all’allontanamento di Baldi, numerose telefonate, intercettate nell’inchiesta di Perugia per corruzione a carico di Palamara e depositate negli atti in vista dell’udienza preliminare, in cui Baldi parla con l’ex presidente dell’Anm, che lo chiama ripetutamente “Fulvietto”, dei magistrati amici della sua corrente che vorrebbe piazzare al ministero. Scambi di battute che non hanno configurato alcun reato ma hanno gettato nell’imbarazzo il ministero.
Tra le frasi più forti, pubblicate da Il Fatto Quotidiano, alcune in cui”Fulvietto” risponde a Palamara che gli raccomanda una collega: “Te la porto qua stai tranquillo, perché è una considerazione che ho per te, un affetto che ho per te e lo meriti tutto”. E ancora: “Se no che cazzo li piazziamo a fare i nostri?”. Un guaio venuto alla luce proprio mentre a tenere banco erano ancora le polemiche per il caso Di Matteo per la scarcerazione dei boss mafiosi.
Nelle prossime ore il ministro della Giustizia sarà chiamato ad affrontare un passaggio clou, in quanto al Senato andrà al voto la mozione di sfiducia del centrodestra per chiedere le sue dimissioni proprio per questi due casi.