Mario Draghi si è dimesso dal ruolo di presidente del Consiglio. Ora il premier resterà in carica fino alle prossime elezioni per il disbrigo degli affari correnti. Innumerevoli sono state le manifestazioni di stima e di affetto nei suoi confronti, tanto da commuoverlo questa mattina durante il suo intervento alla Camera. Ma non tutti hanno un giudizio positivo su di lui. È il caso di Andrea Scanzi. Il giornalista del Fatto Quotidiano scrive un lungo post su Facebook in cui non risparmia nulla a Draghi.
“Draghi si è dimesso. Un finale disastroso per un governo noioso (come tutti quelli finti-tecnici), contraddittorio, insopportabilmente venerato da quasi tutti i media, ora condivisibile e molto spesso no. – parte subito in quarta Andrea Scanzi – Draghi, che voleva essere eletto Capo dello Stato e dopo la sconfitta è rimasto a Palazzo Chigi con l’entusiasmo di un finto morto in una bara, ha cercato in ogni modo lo scontro. I discorsi (violentissimi e bruttissimi) di ieri alle Camere ne sono stati conferma”.
“Draghi è caduto per Conte, Salvini e Berlusconi, ma anche e soprattutto per la sua totale incapacità politica. – questa l’opinione di Scanzi – Non è il suo mestiere, non sa mediare, non sa ascoltare. È un campione in altre discipline, non certo come premier di una coalizione innaturale e irricevibile. In tanti (anche a sinistra!) già lo rimpiangono, e questo dà la misura di come siamo messi male: elettori (anche di sinistra!) che già rimpiangono un governicchio con dentro Lega, Renzi, Berlusconi e finti migliori. Roba da matti” si dispera il giornalista.
“Si voterà, pare, a fine settembre o inizio ottobre. – prosegue Scanzi – Vinceranno comunque i post (?) fascisti e derivati? Probabile. Vorrà dire che faremo quello che ha quasi sempre fatto la parte migliore di questo paese: opposizione. Se non altro, torneremo politicamente vivi. Finalmente indignati e giustamente incazxati. Gli ultimi mesi, con questo mito stolto e servile del Santo Draghi Inattaccabile, sono stati come la domenica delle salme di De André: una lunga, pallosa e tremenda ‘pace terrificante’. Ecco: anche basta”, conclude.
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