C’è qualcosa che continua a sfuggire, in questi giorni concitati in cui l’Italia avanza a fatica verso una piena Fase 2, agli esponenti politici, a certi giornalisti e agli opinionisti nostrani. Quel buonsenso che dovrebbe spingerci a ragionare di volta in volta non per partito preso, ma in base alle opportunità migliori che si pongono di fronte al nostro Paese, senza pregiudizi. Ammainando le bandiere, per una volta, consapevoli dell’importanza di un dibattito costruttivo in un momento così delicato, con la crisi economica a pesare sulla testa della famiglie ancora spaventate dall’emergenza sanitaria.
Un buonsenso incarnato alla perfezione da Andra Scanzi, che si è scagliato con forza contro Beppe Grillo e Davide Casaleggio per la posizione assunta di recente dal Movimento Cinque Stelle sul tema delle regolarizzazioni dei clandestini: “Sugli immigrati sembrano Bossi”. Parole forti, pronunciate da chi storicamente si era definito anti-renziano e che però, nel caso specifico, ha trovato naturale spiegare come, una volta tanto, la proposta di Renzi di regolarizzare i migranti che lavorano nei campi sia sacrosanta.
Su Scanzi, ovviamente, si è subito abbattuta la rabbia dei social. “Traditore” è stato il meno colorito degli aggettivi usato per definirlo, come se dietro quel giudizio ci fosse chissà quale interesse nascosto. Un appuntamento fisso, quello con le accuse degli utenti, che conferma ancora una volta quanto pericoloso sia, nel nostro Paese, il tifo politico, sempre legato a logiche di fazione, di partito, vincolante nell’espressione di ogni parere. La mannaia è sempre dietro l’angolo.
Ecco da qui, dagli attacchi ricevuti da Scanzi, bisognerebbe ripartire per costruire una politica diversa. Che si spogli delle etichette, delle divise (tanto care a certi sovranisti). E indossi semplicemente la veste dell’italiano, alle prese con i problemi di un’epoca incerta, difficilissima, nella quale il senso di unità e di appartenenza è fondamentale per rialzare la testa più forti di prima. Anteponendo, però, gli interessi comuni alle logiche di partito. Altrimenti tanto vale restare sintonizzati sui canali social di Matteo Salvini, maestro assoluto nell’arte della polemica sempre e comunque.
L’ultima dei sovranisti? Lo spot Lavazza è troppo “buonista e multicolore”