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“Meloni urla di meno! Sei alla Camera, non al mercato del pesce”. Scanzi al vetriolo

Nella giornata della fiducia a Giuseppe Conte alla Camera, necessaria dopo lo strappo di Italia Viva, le polemiche sono state tante e continue, sia fuori che dentro l’Aula. A spiccare tra i tanti iterventi della giornata di ieri, 19 gennaio, c’è stato certamente quello di Giorgia Meloni, la quale ha urlato tanto e la quale è sempre stata su di giri contro il premier e contro l’esecutivo. Nel commentare questo intervento, Andrea Scanzi è balzato in vetta alle condivisioni social perché ha detto una cosa chiara e tonda che hanno condiviso in tanti. Durante la puntata di Otto e Mezzo su La7, Scanzi ha detto: “A Giorgia Meloni chiederei di urlare di meno quando è alla Camera, si chiama Montecitorio e non il mercato del pesce…”.

Tra Scanzi e la Meloni non è la prima volta che scoppia il battibecco. Il vicedirettore del Fatto adora punzecchiare la leader di Fratelli d’Italia. Ma perché Scanzi ha detto questa cosa? Cosa ha fatto la Meloni alla Camera? Prima il commento contro Renata Polverini che alla seconda chiama ha seguito il suo istinto (in mattinata aveva attaccato la Boschi per aver chiamato “transfughi” i possibili responsabili) e ha votato sì alla fiducia: “La crisi sarebbe irresponsabile. Non possiamo continuare a dire che tutto non va bene. Lascio Forza Italia, mi assumo le mie responsabilità come ho sempre fatto”, e a quel punto Giorgia commenta: “Ci ha sempre creato problemi, sai che perdita quella di una fascio-comunista… Non ha mai fatto una cosa di destra in 10 anni”.

Durante il suo discorso, sprezzante, contro Conte mai chiamato presidente ma solo “avvocato, d’ufficio però, perché non l’hanno scelto gli italiani”, Meloni ha dato a Conte del “Barbapapà” adattabile a tutto, in “delirio di onnipotenza”, che “per rimanere dov’è prima è di destra, poi di centro, poi di sinistra, populista, liberale, socialista, amico e nemico di Salvini, di Renzi, di Di Maio”. Il tutto, ovviamente, urlando a più non posso.

La consapevolezza è che i giochi, semmai, cominceranno dopo il passaggio al Senato. Sempre che Conte lo superi almeno onorevolmente. Perché nel suo intervento la Meloni ha mandato una sorta di avvertimento anche al Quirinale: “Siete sicuri che il presidente della Repubblica vi consentirà di governare in assenza di una maggioranza assoluta, dopo che nel 2018 si è rifiutato di dare l’incarico al centrodestra perché non c’era la certezza sui numeri? Pensate che le regole della democrazia valgono solo per il centrodestra? Valgono per tutti”.

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