Ancora un episodio di discriminazione nei confronti di persone di origini cinesi, casi sempre più numerosi, purtroppo, nel nostro Paese e nei quali il razzismo si mischia con la psicosi per il coronavirus, i confini tra i due poli sempre più labili. Una situazione talmente incresciosa, ormai, da aver spinto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a intervenire, andando in visita in una scuola di Roma ad alta frequenza di giovani alunni stranieri per manifestare tutta la propria solidarietà.
L’ultimo caso arriva da San Donato Milanese e si è verificato sull’autobus 132, uno dei tanti che si muove ogni giorno attraverso le strade del Comune nella città metropolitana di Milano. Qui un gruppo di ragazzi, una decina in totale, si è scagliata contro un loro coetaneo di origini cinesi, la cui unica colpa era quella di voler salire a sua volta a bordo del mezzo. Appena lo hanno visto, come racconta Il Giorno, lo hanno subito preso di mira, bersagliandolo di insulti e prese in giro.
“Bastardo cinese, eccolo un altro, guardatelo, il bastardo cinese” una delle frasi ripetute più spesso, tra le urla e le risate del gruppo. Il tutto accompagnato dai soliti luoghi comuni sul coronavirus, senza nemmeno sapere se quel ragazzo fosse stato recentemente in Cina e, nello specifico, nelle zone colpite dalla diffusione della malattia.
Di fronte a quello spettacolo, il giovane ha preferito fare un passo indietro, rifiutandosi di salire a bordo e preferendo aspettare il bus successivo. Un episodio che è stato raccontato da alcuni presenti, che raccontano di aver visto il giovane in attesa per un’altra mezz’ora in attesa di salire su un mezzo pubblico.
Tanti gli episodi analoghi che erano stati registrati in ogni parte d’Italia nei giorni scorsi. A partire da Firenze, dove una coppia di turisti orientali era stata umiliata mentre passeggiava in città, con frasi come “Andate a tossire a casa vostra, siete infetti”. Poi era stata una cantante lirica di origini cinesi, Lika Bi, a denunciare di aver subito insulti e discriminazioni tali da spingerla a non uscire più da casa sua, a Venezia, nonostante sia ormai in Italia da ben 4 anni.
Mattarella in una scuola con tanti bambini cinesi: “Basta discriminazioni”