La procura di Ancona ha recentemente chiesto l’aiuto delle autorità giudiziarie di Roma per esaminare i resti di un corpo umano ritrovati sabato scorso nel parco Pigneto sulla Prenestina, a Roma. La Procuratrice Irene Bilotta è interessata a stabilire se i resti appartengono a Andreea Rabciuc, una donna romena di 28 anni che è scomparsa da Montecarotto nel marzo 2022, dopo una presunta lite con il fidanzato. Si stanno effettuando verifiche sul DNA per confermare o smentire questa possibilità.
Un operatore di escavatore ha fatto la macabra scoperta mentre puliva un terreno di proprietà delle Ferrovie dello Stato. Tra i resti era presente uno scheletro, ritenuto dalla medicina legale appartenere a una donna di circa trent’anni, morta da circa un anno. Curiosamente, lo scheleto aveva una collanina, un dettaglio che potrebbe fornire un legame con Andreea.
Andreea è stata vista l’ultima volta nella capitale. Dopo la sua scomparsa, sono state fatte segnalazioni sia alla trasmissione Rai “Chi l’ha visto?” sia all’avvocato del fidanzato Simone Gresti, l’unico indagato per la sua scomparsa. Gresti è attualmente sotto inchiesta, ma è libero. È accusato di sequestro di persona e spaccio di sostanze stupefacenti. Nonostante le gravi accuse, Gresti nega strenuamente di aver fatto del male ad Andreea o di aver avuto un ruolo nella sua scomparsa.
Le ricerche di Andreea, condotte anche con l’aiuto di un cane molecolare specializzato nel rintracciare cadaveri, hanno finora portato a vuoto. Andreea è scomparsa dopo una serata passata in una roulotte con Simone e altri due amici in un terreno rurale di Montecarotto. Si dice che Andreea, dopo aver litigato con il fidanzato, abbia deciso di tornare a Jesi a piedi lungo la via Montecarottese, lasciando il suo cellulare a Gresti. Da quel momento, non ci sono state altre notizie di lei.
Mentre l’indagine continua, la speranza è che l’esame del DNA sui resti umani ritrovati a Roma possa finalmente fornire risposte sulla scomparsa di Andreea, un mistero che ha turbato l’Italia per oltre un anno. Per ora, la collanina rimane l’unico indizio tangibile che potrebbe collegare questi resti alla scomparsa della donna romena.