Lo sciopero sindacale proclamato dai sindacati contro la manovra economica sorprende Mario Draghi. In realtà, ad incrociare le braccia per otto ore il prossimo 16 dicembre saranno solo due delle tre sigle sindacali confederali: Cgil e Uil. La Cisl, infatti, alla fine ha deciso di smarcarsi, riconoscendo al governo di stare agendo in maniera corretta. Ma la preoccupazione del premier Draghi resta comunque alta. Il pericolo, infatti, è che dopo la presa di posizione dei segretari sindacali, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, le tensioni sociali possano acuirsi, vista la già precaria condizione economica di molti milioni di lavoratori italiani.
La notizia della proclamazione dello sciopero generale lascia dunque l’amaro in bocca a Draghi che, come riportano alcuni retroscena, non si aspettava proprio questa decisione da parte di Cgil e Uil. Il presidente del Consiglio era sicuro di essere andato incontro alle loro richieste, soprattutto in materia di fisco. Anche il dialogo con i rappresentanti sindacali sembrava aver imboccato il binario giusto ormai da mesi. E, invece, arriva la doccia fredda della lettera giunta a Palazzo Chigi, firmata da Landini e Bombardieri, con oggetto ‘Proclamazione sciopero generale per il giorno 16 dicembre 2021’.
“Sciopero ingiustificato e immotivato”, questo il commento che filtra da ambienti della presidenza del Consiglio. Il timore di Draghi e del suo governo, come già accennato, è che il conflitto sociale possa riaccendersi. A pesare sono naturalmente le conseguenze della pandemia, che sta provocando diverse difficoltà economiche ai cittadini, unita ad una inflazione galoppante che sta portando ad un brusco rialzo dei prezzi.
E il doppio strappo avvenuto in queste ore, quello cioè tra Cgil-Uil e il governo, e l’altro all’interno dei sindacati confederali stessi, non aiuta certo a rasserenare il clima sociale. Da ambienti del governo Draghi si dicono comunque fiduciosi visto che, secondo queste fonti, “non c’è governo che abbia fatto di più per i lavoratori in così poco tempo”. Questione di punti di vista, visto che lo sciopero generale per il momento resta confermato.
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