Nella notte a Senago, un tranquillo comune alle porte di Milano, il corpo di Giulia Tramontano è stato trovato in un’area verde. Il macabro ritrovamento è avvenuto dietro alcuni box di una palazzina in via Monte Rosa. Il responsabile è Alessandro Impagnatiello, 29enne barman dell’Armani Bamboo, prestigioso locale di proprietà di ‘Re Giorgio’ con vista su via Montenapoleone a Milano.
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Trovato il corpo di Giulia Tramontano
Era come un gioco crudele e beffardo del destino, una scena surreale che si dipanava di fronte a tutti noi. Il mistero, la terribile verità, era stata celata non nelle ombre lontane, ma a pochi passi da casa, a mezzo chilometro da dove il senso di sicurezza era radicato. Per quattro lunghi giorni e notti, le frasche che decoravano l’anfratto tra due file di box avevano tenuto un segreto macabro, fungevano da tomba a cielo aperto per Giulia Tramontano, la giovane agente immobiliare di 29 anni scomparsa da Senago, e il bambino che avrebbe dovuto abbracciare al mondo tra due mesi. Ora purtroppo il suo corpo è stato trovato.
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Una vicenda assurda
L’epilogo di questa tragica storia si svolge in via Monte Rosa, dove gli investigatori dell’Arma hanno scoperchiato la verità in un’escalation convulsa, culminata nell’interrogatorio in caserma di Alessandro Impagnatiello, compagno di Giulia Tramontano. Era lui stesso che aveva segnalato la scomparsa della donna da casa loro in via Novella, innescando una serie di contraddizioni che avevano portato alla luce una realtà raccapricciante: era indagato per omicidio volontario aggravato, occultamento di cadavere e procurato aborto. Ma mancava il corpo di Giulia per confermare l’omicidio e procedere con l’arresto. Il tassello finale, tuttavia, è stato ormai trovato, indicato dallo stesso Impagnatiello, il quale ha confessato. Prima l’ha uccisa a coltellate poi ha infierito sul corpo provando a bruciarlo mentre era ancora in casa.
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Lo scandalo ha sconvolto la tranquilla comunità di Senago. Mercoledì sera, quando Impagnatiello, il volto celato da un cappuccio, era uscito dalla sua abitazione, i vicini e compaesani avevano espresso il loro giudizio. Le invettive acri erano risuonate nell’aria mentre l’uomo, barman presso l’elegante Armani Bamboo nel centro di Milano, superava lentamente la folla di curiosi e giornalisti sul suo Volkswagen T-Roc. Questa stessa auto, in seguito, aveva rivelato macchie di sangue, costringendo le autorità a sequestrare i tappetini.
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L’intera vicenda ha preso una svolta decisiva grazie alla testimonianza della “fidanzata parallela” di Impagnatiello, una giovane statunitense che aveva vissuto una relazione con lui all’insaputa della situazione familiare a Senago. Questa donna aveva forzato un incontro con Giulia Tramontano per cercare di scoprire la verità. Dopo quell’incontro, Giulia aveva condiviso con i suoi genitori lo shock di questa rivelazione.
I particolari dell’omicidio di Giulia Tramontano
Il cumulo di circostanze e contraddizioni aveva indirizzato subito gli investigatori sulla pista dell’omicidio. Immagini delle telecamere, tabulati telefonici, racconti inverosimili nella denuncia di scomparsa: tutto concorre a tessere una trama che parla di un falso allontanamento e di un duplice assassinio freddo e calcolato. Il racconto di Impagnatiello di un viaggio notturno in cerca di uno spacciatore dopo una lite, e di un ritorno a casa alle tre del mattino trovando Giulia Tramontano addormentata, sembrava tutto fuorché credibile.
La deposizione della madre del ragazzo, infatti, aveva smentito in parte queste circostanze. Ed ora, la verità emergente è ancor più sconvolgente: quella di un omicidio atroce, dell’abbandono del corpo senza vita di Giulia e del suo nascituro nel luogo più degradato del paese, e dello stratagemma di un allontanamento volontario, con un ragazzo che cercava disperatamente di riprendere la sua quotidianità, compreso il rapporto con il figlio di 6 anni, nato da una precedente relazione.
Il tessuto di bugie di Alessandro Impagnatiello si è sgretolato sotto l’incessante pressione degli inquirenti. A mano a mano che i dettagli venivano alla luce, l’immagine di un giovane padre e lavoratore si è scolorita, rivelando la fredda e calcolatrice natura di un assassino. Oggi, la comunità di Senago è sconvolta, alle prese con l’orrore di una tragedia così vicina. Così inaspettata. E, ora, rimane soltanto il ricordo di Giulia Tramontano e del suo bambino non nato. Un triste monito del male che può nascondersi dietro la più ingannevole delle facciate.>>>>> La maternità surrogata sarà reato