Discussione accesissima durante l’ultima puntata di Dimartedì. Protagonisti indiscussi dello studio di Giovanni Floris sono Alessandro Di Battista e Bruno Vespa. L’ex esponente del M5S punta il dito soprattutto contro l’attuale premier Mario Draghi, accusato di non essere un “salvatore” e di aver compiuto “scelte scellerate” in passato. Ma prende di mira anche i suoi predecessori come Romano Prodi e Mario Monti “passati per Goldman Sachs”. Affermazione che trova la netta opposizione del conduttore di Porta a Porta.
“Vuoi che uno che ha fatto per dieci anni il direttore generale del Tesoro con 50 governi non abbia avuto dei compromessi?”, Vespa prova a difendere Draghi. “Io non giudico questo. – replica deciso Di Battista – Renzi dice giustamente che se vuoi fare soldi vai nelle banche di affari. Giudico il fatto che in questo Paese, dilaniato dai conflitti di interessi, tre degli ultimi otto presidenti del Consiglio, Romano Prodi, Mario Monti e lo stesso Mario Draghi, sono passati da Goldman Sachs”, questa la sua grave accusa.
“E tre degli ultimi cinque direttori generali del Tesoro che hanno avuto a che fare con banche e derivati di Stato, che ancora li stiamo pagando anche nei Comuni, sono passati dalla direzione generale del Tesoro immediatamente a una banca d’affari. Draghi in Goldman Sachs, Siniscalco in Morgan Stanley e Vittorio Grilli in JP Morgan”, completa la sua invettiva l’ex pentastellato.
“È la prima volta che sento Prodi come uomo di Goldman Sachs”, obietta il conduttore di Porta a Porta. “Non ho detto uomo, ho detto che sono passati per Goldman Sachs”, precisa allora l’ospite di Dimartedì. “Ho capito ragazzi, ma è la stessa cosa”, chiosa Vespa. “Non scimmiottate il mio ragionamento. In altri Paesi è proibito il passaggio dalla direzione generale del Tesoro alle banche d’affari”, protesta allora Di Battista.
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