Un duro botta e risposta, quello andato in scena a Omnibus, su La7, tra l’europarlamentare della Lega Susanna Ceccardi e il direttore editoriale di Formiche Roberto Arditti. Tema della puntata, il ddl Zan e la legge approvata in Ungheria che vieta di fatto la possibilità di parlare di identità di genere all’interno delle scuole. Un testo che ha ricevuto la condanna dell’Unione Europea e che però non sembra dispiacere molto ai sovranisti Salvini-Meloni, che si sono ben guardati dal condannarlo.
“Io veramente rimango allibita – è stato il commento di Ceccardi – c’è una grande mistificazione sulla legge ungherese. Nessuno, o comunque pochi di quelli che ne parlano, hanno letto la legge. Io me la sono fatta inviare e in questa legge non ci vedo niente di strano, perché non viola in alcun modo i principi della Ue. La legge dice che la madre è una donna e il padre è un uomo. Non mi pare che ci sia nulla da dire: se la madre è una donna, il padre è un uomo. È proprio naturale questo”.
Ceccardi ha poi aggiunto: “Non c’è scritto da nessuna parte che è vietato Harry Potter, come non sono vietate le serie Netflix. Si dice soltanto che all’interno delle scuole non si può fare propaganda gender. E questa la trovo una cosa di buon senso. Anche in Italia, se mia figlia venisse sottoposta a una propaganda martellante che io non condivido, mi risentirei, perché la carta europea dei valori e dei diritti, nell’articolo 14, dice esattamente la stessa cosa della legge ungherese: l’educazione sessuale e culturale dei figli spetta in primis ai genitori. Non è giusto che i bambini, anche piccolissimi, siano sottoposti a una propaganda martellante nelle scuole”.
Arditti ha replicato: “Ma perché lei parla di ‘propaganda’? Nelle scuole nessuno fa propaganda. Perché usa questo termine che di per sé è intriso di un’accezione negativa? Nelle scuole si fa educazione, non propaganda”.”Io ci sono stata – ha risposto a sua volta Ceccardi – a scuola e si faceva propaganda tutti i giorni. E io la odiavo”. Il giornalista ha concluso: “Nella scuola veramente si impara a stare al mondo, oltre naturalmente ad apprendere altro”.
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