Alta tensione durante Dimartedì. Nella puntata del 12 ottobre, il conduttore Giovanni Floris ospita, tra gli altri, il direttore di Libero, Alessandro Sallusti, e il leader del M5S, Giuseppe Conte. Il giornalista punta il dito contro il recente passato del Movimento, accusato di avere strizzato l’occhio ai movimenti No vax ben prima della pandemia. Ma l’ex premier non ci sta e difende con forza le sue ragioni.
“Mi riferisco alla prima parte del suo discorso, quello sui vaccini. Lei è a capo oggi di un partito che è stato il primo a soffiare, a offrire sponde politiche, istituzionali addirittura, al movimento No vax in tempi non sospetti, quando non c’era il Covid. Ma c’era il problema della vaccinazione dei bambini”, attacca a testa bassa il direttore di Libero. Sallusti chiede anche a Conte “se su questo ha qualche ripensamento”.
Poi, “per quanto riguarda la violenza”, a Sallusti non risulta che il M5S “abbia mai preso nettamente le distanze dai movimenti di violenti No tav che da anni devastano la Val di Susa in nome di una loro idea abbastanza bizzarra. C’è della coerenza in tutto questo?”, domanda al suo interlocutore a Dimartedì in maniera sibillina. “Assolutamente c’è coerenza direttore. – replica piccato il leader pentastellato – Perché lei non può attribuire al M5S delle posizioni di singoli”.
“Peraltro, se parliamo di qualche dubbio sui vaccini, se sono stati espressi lo sono stati in passato da persone che hanno abbandonato il M5S. – prosegue Conte durante Dimartedì – Noi su questo abbiamo una posizione lineare e chiara”. E rivendica di essere stato il presidente del Consiglio “che ha avviato la campagna vaccinale. E non c’è stato all’interno del Movimento nessuna voce dissenziente”. Conte ricorda di aver parlato ultimamente con “tantissimi No vax, ni vax, free pass, cercando di persuaderli e convincerli che la libertà individuale deve finire quando si tratta di tutelare quella degli altri. Nessuno ha mai tollerato episodi di violenza. Che il M5s venga accostato a manifestazioni aggressive e neofasciste, direttore non glielo consento”, conclude rivolto a Sallusti.
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