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Dibba ora le prende dalla Boschi: k.o. sui social tra redditi e padre fascista

Alessandro Di Battista ha una passione per Maria Elena Boschi: la pensa continuamente, la tira in ballo in ogni circostanza, anche quando apparentemente non serve. Insomma, non può fare a meno di parlare di lei. Anche ieri, ad esempio, nel corso di un serrato botta e risposta su Facebook, le ha rinfacciato di essere “figlia di un banchiere”. Colpa gravissima, si sa! Allora oggi Maria Elena Boschi è tornata a rispondergli per le rime, come per altro ha sempre fatto, dimostrando di sapersi difendere bene e di non lasciarne passare una.

“Sono molto fiera di non avere un padre fascista”, tuona l’ex ministra renziana attaccando a testa bassa le posizioni del padre dell’ex deputato pentastellato, l’ormai celebre Vittorio Di Battista che non perde occasione per dire a telecamere spiegate: “Sono fiero di essere fascista“. Lo stesso Dibba senior implicato, inoltre, in vicende poco chiare legate alla sua azienda

Uno scontro durissimo, dunque. E pensare che tutto è partito da un tweet della Boschi che ha scatenato le ire dello Stato Sociale, il gruppo musicale autore della hit “Una vita in vacanza”. Lei aveva scritto: “Dice Di Maio che col reddito di cittadinanza da oggi cambia lo Stato Sociale. La colonna sonora infatti diventa ‘Una vita in vacanza’”. Una battuta, insomma. Il gruppo ha subito replicato: “Noi, cara Meb, preferiamo la piena automazione o un reddito di cittadinanza vero, non l’ennesimo sussidio di disoccupazione – hanno scritto – venite a cena con noi invece che con i leghisti per parlare di cose realmente di sinistra”.

Va be’, ragazzi, dai calma: adesso anche voi vi elevate a intelighenzia?! Nella lite che si è prolungata in diversi tweet, alla fine ci si è infilato pure Di Battista. L’abbiamo detto: senza Meb lui non sa stare. “L’atteggiamento radicalchic rappresenta la loro morte politica – ha scritto ieri il grillino – partecipano alle cene da 6.000 euro a tavolo e scrivono queste stupidaggini trattando le persone che vivono in povertà come semplici fancazzisti”.

Va precisato che la cena era di beneficenza, ma va be’. Oggi la Boschi ha affidato a Facebook la sua replica. “Carissimo Alessandro, io ho sempre lavorato come avvocato e ho pagato le tasse – ha scritto – attività che spero non ti suoni sorprendente, considerati i precedenti delle tue aziende”. Quanto al padre, rimasto invischiato nell’inchiesta sul fallimento di Banca Etruria, l’ex ministro del governo Renzi si è detta “molto fiera di non avere un padre fascista. E la correttezza di mio padre – ha rimarcato – è stata riconosciuta nei Tribunali che, a differenza della vostra squallida gogna mediatica, hanno ancora valore in una Repubblica Democratica”.

“Aspetto di conoscere la tua dichiarazione dei redditi – è la stoccata finale – dopo i soldi che hai ricevuto dal Fatto Quotidiano per il tuo lavoro di giornalista in Centro America: la mia la trovi online. E coi nostri 32 voti faremo opposizione a chi vuole riportare l’Italia in recessione, come nel tuo amato Venezuela”. Alla prossima puntata della serie Dibba-Meb.

 

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