Scontro senza esclusione di colpi a Dimartedì sulla guerra in Ucraina. Protagonisti di un durissimo botta e risposta sono due giornalisti: Fulvio Grimaldi e Antonio Caprarica. Il primo critica ferocemente il governo Draghi per la rovina economica a cui avrebbe condotto l’Italia e per il suo comportamento totalmente succube degli Usa nel conflitto ucraino. Il secondo ad un certo punto non si tiene più e sbotta.
“Di Battista ha raccontato che Draghi ha avuto un fallimento dopo l’altro. Io sono convinto del contrario, Draghi è passato di trionfo in Trionfo. – dichiara Fulvio Grimaldi – È stato espettorato da un caveau di banca ed è arrivato in Italia, facendo in modo che il Paese, che aveva un patrimonio pubblico vastissimo, se ne disfacesse a vantaggio dei suoi amici. Con l’aiuto di un ministro del Tesoro, Carlo Azeglio Ciampi, che ha svalutato la lira in modo che si potesse comprare la nostra roba migliore a prezzo di sconto”.
“Draghi si è accanito contro l’Italia, si è accanito contro la Grecia, si è accanito contro il resto dell’Europa. – Grimaldi attacca ancora Draghi – È riuscito a diventare il premier di questo Paese. Ha sollecitato una riforma catastrofica. È un uomo che è stato utilizzato dagli Usa, dai suoi padrini di Goldman Sachs e delle grandi società di investimento per demolire l’Europa. Cosa che viene adesso effettuata in termini di guerra. Lui lo ha fatto in termini economici e sociali”. Accuse gravissime che fanno insorgere Caprarica.
“Vedo che la mamma di tutti i complotti è sempre incinta. – sbotta l’ex inviato della Rai a Londra – Quindi c’è questa costante raffigurazione della storia del mondo come un complotto. C’è il complotto delle banche americane. C’è il complotto dei ministri riuniti a Ramstein”. “E della massoneria britannica…”, lo interrompe Grimaldi. “Hai ragione Fulvio, avevi dimenticato la massoneria britannica”, replica con ironia il suo interlocutore. “Come confermato da tutta la nostra stampa, dall’Osce e dall’Onu, in Ucraina esiste un regime basato su forze armate e politiche naziste che ne fanno di tutti i colori, ma che tutto ad un tratto sembrano volatilizzate. – conclude allora Grimaldi – Anzi sono diventate simpatiche. E questo è un processo di odio nei confronti dei russi che rassomiglia moltissimo all’odio che si nutriva nei confronti degli ebrei”.
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